Appoggio totalmente la proposta del Senatore Luigi Compagna per un provvedimento immediato di amnistia e indulto che consenta alla carceri italiane di rientrare nella legalità e ai magistrati di ridimensionare l'arretrato dei milioni di processi pendenti ai quali non riescono a far fronte. Lo faccio con cognizione di causa dopo aver visitato negli ultimi due week end le carceri sarde di Buoncammino e San Sebastiano e quelle siciliane di Messina e Ucciardone, dove vengono violati i più elementari diritti umani e dove i detenuti sono sottoposti a maltrattamenti e a trattamenti disumani e degradanti.
Fino a questo momento Governo e Parlamento hanno dimostrato la loro totale incapacità a porre fine a questo sconcio indegno per un Paese che si fregia a sproposito di essere democratico. D’altra parte la mozione radicale approvata alla Camera a febbraio aveva una premessa che esprimeva un giudizio positivo su queste misure e che – non so se per errore da parte del Governo – è stata approvata dall’Aula di Montecitorio. Amnistia e indulto come premessa per la vera riforma della giustizia come da mozione radicale trasversale approvata nel gennaio del 2009, più di un anno e mezzo fa. Amnistia responsabile di governo della drammatica situazione che si contrapponga a quella – immonda – in corso ogni anno delle 200.000 prescrizioni, frutto del debito di Giustizia (parole di Alfano) che lo Stato ha nei confronti dei cittadini a causa degli oltre 5 milioni di processi pendenti.
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