Sono in viaggio verso l’Italia e mai come quest’anno parto con una persistente ansia per le sorti del nostro paese. Da quello che si legge su alcuni giornali, sembra che la situazione sia peggiore del 1992-93, ai tempi delle grandi stragi di mafia (a Palermo intanto si ricorda la morte di Paolo Borsellino: opera solo di Cosa Nostra? Basta con le favole!) e dello scoperchiamento a Milano di Tangentopoli e dell’inizio di “Mani Puliteâ€, che avrebbe dovuto far rinascere più “virtuosa†la politica della Repubblica...
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Situazione peggiore perché, seppur una parte della stampa del malaffare ne sta rivelando di tutti i colori, in una frenetica corsa contro il tempo prima che sia messa a tacere dalla “legge bavaglio†- che impedirà ai magistrati di lavorare con quelle intercettazioni che mettono in vetrina l’Italia del malaffare – ormai questa stampa è percepita così poco credibile dal comune sentire dell’opinione pubblica italiana, che sempre meno cittadini prestano attenzione.
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Noi giornalisti esageriamo spesso, la ricerca della notizia ti può far scorgere “l’uomo che morde il caneâ€. Ma tra quei giornalisti che gridano al lupo anche quando magari si trattava di una volpe spellacchiata, e quelli che invece organizzano pranzi a caso loro casa con il potente di turno, per continuare a lisciarlo e condividerne privilegi e favori, preferisco i primi.
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Però con il giornalismo che spesso grida al lupo per favorire un altro lupo, la democrazia rischia lo stesso, dato che quando la notizia del malaffare è vera, sono troppo pochi coloro rimasti disponibili a crederti per indignarsi e reagire. Ecco perché la situazione in Italia appare peggiore del ’92. Allora i cittadini italiani credevano di più a quello che leggevano o vedevano sui principali mezzi di informazione del paese, ma ora non è più così. E quando non si risponde più ai cani che abbaiano, la democrazia viene divorata.
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Durante la permanenza in Italia, per lo più in Sicilia, più che leggere i giornali, studierò lo stato d’animo dei concittadini. Farò domande, a parenti e amici, ma anche a sconosciuti incontrati in piazza: ma che cos’è la P3? Uno specchio sullo stato del malaffare italiano o una buffonata? Sono tutti corrotti nei palazzi? Il capo del governo Berlusconi approfittava o anche lui è una “vittima†dei “faccendieri� Ascoltiamoli questi italiani, soprattutto in Sicilia, che come scriveva Goethe, è la chiave per comprendere l’Italia...
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Mentre sono in partenza, nell’articolo appena uscito sull’Espresso a firma di Lirio Abbate e Gianluca Di Feo, leggo: “In pratica, il vertice del partito di Berlusconi dalla fondazione a oggi è stato in combutta con i comitati d’affari. Ma il sistema è trasversale: il circolo più forte nasce con il Giubileo del centrosinistra e prospera con le opere varate dal governo Prodi. Tarantini corrompe i manager della sanità di Nichi Vendola, i De Luca e il clan irpino hanno referenti nella giunta rossa di Bassolino. Persino l’appellativo “cricca†nasce da un costruttore fiorentino che urla al telefono: “Questa è una cricca di banditi! Ci voleva solo gente romana per vincere: cricca Veltroni e Rutelli. Si son messi d’accordo e si sono divisi il bottino...â€â€.
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Oltre a comprendere meglio l’apatia degli italiani, è anche più facile sospettare i perché, con ogni cambio di governo, la cosidetta “opposizione†non fosse così lesta a denunciare un certo modo di far gli affari con la politica. Di certi “scheletri†sono pieni gli armadi delle segreterie dei partitoni e partitelli d’Italia? Il leader del Pd Pierluigi Bersani, che gironzolava a New York, più che sul ragionare del Cavaliere cattivo all’origine di tutti i mali, dovrebbe rispondere alla domanda: la corruzione italiana è tornata a livelli insostenibili, come nel ’92-93, perché al governo c’è Berlusconi? È lui, il Cavaliere, con le sue cricche, il solo responsabile del livello raggiunto dal malaffare?
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Sarà più interessante sentire la risposta dei nostri compatrioti, almeno quelli che all’Italia ci tengono ancora. Vi racconterò al mio ritorno.
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