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Stop a Ru486 in Puglia/Radicali: Urgente intervento del governo e del governatore Vendola

21 luglio 2010

I parlamentari radicali, alla Camera e al Senato, hanno presentato un’interpellanza al Ministero della Salute dopo aver appreso che in Puglia non è più possibile per le donne accedere all’aborto farmacologico poiché l’unico medico che forniva tale servizio per tutta la regione (e non solo), il Dr. Nicola Blasi (unico medico non obiettore al Policlinico di Bari), è in ferie.
 
Le prime firmatarie, Zamparutti alla Camera e Poretti al Senato, hanno dichiarato:
 
“Di fronte ad un governo che finora ha tentato in tutti i modi di ostacolare l’entrata a regime dell’aborto farmacologico in tutta Italia e a cui ci rivolgiamo con l’interrogazione per chiedere un suo intervento rispetto al caso pugliese, chiediamo anche al governatore della Puglia, Nichi Vendola, che si propone come candidato alternativo a Berlusconi, di assicurare alle donne pugliesi l’accesso all’aborto farmacologico tutti i giorni dell’anno, magari non solo a Bari ma in almeno in un ospedale di ogni provincia. Perché in materia sanitaria l’alternativa è già nelle sue mani.
  
In Puglia l’80% dei medici ginecologi è obiettore di coscienza; la stessa percentuale si riscontra, come media, in tutta l’Italia meridionale (i dati risalgono al 2007 perché il governo non ha ancora presentato in Parlamento la Relazione annuale; avrebbe dovuto farlo lo scorso febbraio, ai sensi dell’art. 16 della legge 194/78). Ricordiamo che in Parlamento giace una proposta di legge della nostra compagna Maria Antonietta Coscioni (C. 276), curata dal Dr. Viale, che prevede che nei reparti di ginecologia ed ostetricia sia assicurata la presenza di almeno il 50% di personale non obiettore”.
 
Segue testo interrogazione:
 
Al Ministro della Salute
Premesso che:
secondo quanto riportato da “Il Corriere del Mezzogiorno” del 15 luglio 2010 e “La Stampa” del 16 luglio 2010, al Policlinico di Bari, fino a quando il professor Nicola Blasi, unico ginecologo non obiettore di coscienza, non tornerà dalle ferie, nessuna donna potrà accedere alla somministrazione della pillola abortiva. Inoltre, il numero verde per  l'assistenza alle donne che hanno deciso di interrompere la gravidanza con la pillola Ru486 «non è momentaneamente raggiungibile» perché «momentaneamente disattivato»;
la Puglia era stata la prima Regione italiana ad avviare, nell'aprile scorso, la somministrazione della Ru486 dopo una sperimentazione durata quattro anni. Da allora sono state cinquanta le donne che hanno fatto ricorso all'aborto farmacologico; il policlinico di Bari è stato l'unico presidio sanitario pugliese ad assicurare l’aborto farmacologico; in questi mesi, si sono rivolte al suddetto ospedale donne provenienti da tutto il Mezzogiorno.
 Si chiede di sapere:
 se il Ministro sia a conoscenza dell’inattuazione della legge 194/78 nell’intera regione Puglia, per quanto concerne la possibilità, garantita a ciascuna donna italiana dalla legge suddetta, di accedere all’interruzione di gravidanza mediante aborto farmacologico (art. 15); 
se e quali provvedimenti intenda adottare per sanare tale situazione;
se il Ministro sia a conoscenza dell’inattuazione della legge 194/78 rispetto alla presentazione da parte del Governo della Relazione annuale al Parlamento, che, ai sensi dell’art. 16, deve essere presentata entro il mese di febbraio;
se il ritardo, ormai di cinque mesi, sarà utilizzato dal Ministro per fornire, all’interno della Relazione, una relazione il più possibile analitica e completa (regione per regione e all’interno della regione in quante e quali aziende sanitarie) della situazione esistente sul territorio nazionale rispetto alla possibilità per le donne italiane di accedere all’aborto farmacologico.
 
 


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