Il Governo è andato sotto per due volte ieri alla Camera, ma dopo un paio d'ore è riuscita a far approvare il decreto legge che proroga la partecipazione italiana alle missioni militari all'estero, fra cui quella in Afghanistan. Il testo, approvato con 484 sì, 25 no e il astenuti, passa ora al Senato. Il no dell'Italia dei valori, e l'astensione di Pd e Radicali, non è servita a bloccarlo. Tra le innovazioni introdotte a Montecitorio rispetto al testo iniziale, oltre ai due emendamenti del Pd passati contro il parere del governo, l'assegnazione diretta (come già accade per le polizie civili) del contributo Ue ai carabinieri impegnati nella missione EUPM in Bosnia, un fondo di 250mila euro al Comitato Atlantico italiano e un trattamento più favorevole per licenze e congedi per i militari impegnati nelle missioni. In aula l'esecutivo era stato battuto due volte di seguito su altrettanti emendamenti presentati dal Pd, sui quali il governo e il relatore avevano dato parere sfavorevole. La maggioranza è stata inoltre battuta sulla richiesta di sospendere l'esame in aula. Dai tabulati risulta che il primo emendamento dell'opposizione è stato approvato con quattro voti di scarto: 258 voti a favore, 254 contrari; solo due voti di differenza nella votazione sul secondo emendamento: 256 i sì e 254 i no e tre astenuti. Molti banchi vuoti nel gruppo del Pdl con 43 deputati in missione e 32 assenti. La presenza massiccia dei delle forze di opposizione ha determinato il risultato a sorpresa. Ma «non c'è alcun significato politico. Come si è visto subito dopo sono arrivati i ministri», ha precisato il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto gettando acqua sul fuoco dipietrista che subito aveva enfatizzato il valore politico di quanto accaduto in Aula.
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