Se tutti facessero il proprio dovere con senso di responsabilità non ci sarebbe certo il verme della corruzione. Ma siccome questo non succede e siamo tutti esposti a fatiche e ingiustizie quotidiane per cercare di ottenere quello che ci spetterebbe normalmente siamo costretti ad arrangiarci e fare i furbi. E qui nasce l'esigenza e il mito della conoscenza: quante volte abbiamo sentito dire: «Ma conosci nessuno?». Lo abbiamo sentito dire quando si aveva bisogno di un posto all'ospedale o di un'analisi urgente; quando si era sotto sfratto e si cercava una casa di un ente; quando si doveva sbrigare una pratica delicata preso un ufficio pubblico e si cercava di evitare un'umiliante fila all'alba, senza la certezza di riuscire ad avere un «numerino» valido; quando si provava a iscrivere un figlio all'asilo nido... Questo, noi cittadini qualunque. Figuriamoci l'imprenditore che deve mandare avanti la sua azienda con decine (centinaia) di addetta figuriamoci il funzionario o il dirigente pubblico che vuol fare carriera... E allora, di che parliamo? Di cosa parla, presidente Napolitano, evidentemente mal consigliato, dicendo che la nostra democrazia ha gli anticorpi per battere la corruzione, scadendo in una banalità e in un'ipocrisia infinite? Perché non va alla radice del problema?Perché non richiama tutti al senso del dovere? Perché non dice che il male è endemico e che non possiamo scandalizzarci se siamo artefici e complici di un sistema?
Enrico Venturoli
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Se anche il Presidente si arrendesse all'evidenza e non incoraggiasse il Paese a reagire, se non facesse affidamento agli anticorpi (che sono tutti coloro che ogni giorno fanno il loro dovere e rispettano le regole, le file e gli altri) allora dovrebbe dichiarare la bancarotta civile dell'Italia. La differenza fondamentale è tra chi pensa che si debbano assecondare tutti i vizi degli italiani, giustificandoli in ogni cosa, e chi ancora crede che le cose possano migliorare. Il sentimento prevalente è oggi quello del pessimismo ma così non ci resta che la resa alla legge del più furbo e del più ammanicato. La sua analisi è impeccabile e in tempi di crisi e di limitate risorse è cresciuta la sensazione che solo il ricorso alla raccomandazione possa darci una possibilità . Ci sono però migliaia di piccoli gesti e di decisioni che possono fare la differenza e invertire la tendenza: se si entra in un ospedale e si incontra - mi è capitato la settimana scorsa un celere sportello informazioni e servizi efficienti con liste d'attesa snelle allora miracolosamente la gente si mette in coda e nessuno tenta strade alternative. La battaglia è quella delle regole ma si può chiedere di rispettarle solo se sono sensate, uguali per tutti e se la burocrazia non ci soffoca.