Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mer 08 mag. 2024
  cerca in archivio   NOTIZIE RADICALI
La situazione. PdL e Pd in comune uno sconcertante e irresponsabile cupio dissolvi

17 settembre 2010

di Valter Vecellio

 

Che cosa può spingere mai il presidente del Consiglio Berlusconi a mosse politiche così avventate e politicamente irresponsabili come quelle che hanno caratterizzato questi ultimi giorni? Affermazioni demenziali per quel che riguarda la droga, in occasione della visita al “caro amico Putin”; avallo delle dichiarazioni del ministro degli Esteri Franco Frattini e del ministro dell’Interno Roberto Maroni, a proposito del peschereccio mitragliato dai libici; e poi l’“abbraccio” a Nicholas Sarkozy per quel che riguarda l’immigrazione e i romeni, e polemica frontale con l’Unione Europea. Per non dire dello sgangheratissimo tentativo di comprare parlamentari,un vero e proprio mercato, che rivela appieno la concezione berlusconesca: i voti e i consensi si comprano un tanto al chilo, li si ingaggia, come fossero calciatori o personaggi da strappare a una televisione concorrente. Pessimi consiglieri (ma sono poi tali, o non piuttosto infidi valletti?, quelli di Berlusconi: che giorno dopo giorno rivela il peggio di sé, in un crescendo che sgomenta e stupisce; stupisce perché ogni giorno supera se stesso, anche quando si pensa che ogni fondo sia stato toccato; sgomenta, perché i germi del berlusconismo, i danni, sono ormai penetrati nel profondo della nostra società; e li pagheremo molto più di quanto si possa credere e pensare. Patetico, come la maschera di gomma e di plastica che ormai gli si è incollata in viso; fasullo come i capelli malamente trapiantati e tinti; goffo e ridicolo con quel tentativo di occultare un’età e gli anni che nessun centro di benessere o di ricerca verzeiano potranno annullare, Berlusconi incarna perfettamente e letteralmente la sua “politica”: fatta di slogan da mobilificio di quart’ordine, di promesse non mantenute, annunci mirabolanti a cui non crede neppure il poveretto che deve poi tradurli in comunicati stampa e quotidianamente si affanna a stilare le pagelle dei buoni e dei cattivi. Marco Pannella, mesi fa, usò la metafora dell’automobile in folle corsa, con i freni rotti, che procede inesorabilmente verso il burrone. Verrebbe davvero voglia di dire: che si schianti, e il prima possibile; peccato solo che – volenti o nolenti gli effetti di quello schianto finiranno per coinvolgerci tutti. a bordo di quell’automobile, o se si vuole di quell’autobus, passeggeri incolpevoli ci siamo tutti.


Il cupio dissolvi non riguarda solo la maggioranza di governo, volgare e sempre più ostentato grumo di interessi d’affari e potere. Il cupio dissolvi riguarda anche chi vorrebbe essere l’opposizione. “Walter Veltroni scuote i democratici”, scrivono molti osservatori politici. Già: non contento di quanto è riuscito a combinare in questi anni, evidentemente vuole completare l’opera. Non è ben chiaro se il documento elaborato assieme a Beppe Fioroni e Paolo Gentiloni sia ancora in fase di definizione o se quello diffuso sia la versione integrale. Come sia, ci basta. Sembra di vedere, leggendolo, Crozza con il suo tormentone: “…ma anche…”.


Quattro punti di nulla. Nulla sulle riforme istituzionali. Nulla sulle riforme da fare, come farle e con chi farle. Nulla sulle prospettive di dialogo e alleanze per costruire un’alternativa a questo governo e a questo sistema di potere. Nulla sui problemi urgenti che ci assillano quotidianamente e con cui ogni giorno siamo chiamati a fare i conti… Si prenda questo passaggio: “
L’Italia ha bisogno di riforme nel settore pubblico: per fare della spesa pubblica un fattore di competitività e per dotare il paese di un welfare della solidarietà e della responsabilità, che non si limiti a compensare le disuguaglianze, le marginalità, le esclusioni prodotte dallo sviluppo economico, ma nutra l’ambizione di ricostruire la cultura delle relazioni e di promuovere il rispetto della dignità e dell’unicità di ogni persona. Un welfare che promuova i diritti delle persone anche attraverso il sostegno alla famiglia e alle relazioni sociali.

Un welfare ripensato a misura delle giovani generazioni, che contrasti la precarietà con misure di sostegno al reddito e di accompagnamento da un lavoro all’altro e con nuove regole del mercato del lavoro che abbattano l’attuale regime di apartheid tra aree di lavoratori protette e garantite ed aree prive di qualunque tutela. Un welfare che investa più risorse nella formazione, nella scuola, nell’università, nella ricerca e sappia impiegarle meglio, premiando la competenza, il merito, i risultati”.


Alzi la mano chi capisce qualcosa, chi sa dire che cosa si propone, si vuole, si chiede. L’unica cosa che appare chiaro è il tentativo di sabotare l’attuale segreteria. Veri e propri Tafazzi, Veltroni, Fioroni e Gentiloni. Si legge il loro documento, e come si fa a non condividere le parole di un regista che pure non amiamo troppo, pronunciate anni fa, da un palco di piazza Navona?



IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail