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La situazione. Non sono solo i radicali a dirlo. La “lavanderia” IOR sotto inchiesta

22 settembre 2010

di Valter Vecellio

 

La notizia che Ettore Gotti Tedeschi, presidente dell’Istituto Opere Vaticane è stato indagato assieme al Direttore Generale Paolo Cipriani è di quelle che vanno seguite con attenzione; e, fatta salva la regola che si è innocenti fino a quando non si dimostra la colpevolezza, ora non sono solo i radicali a dirlo.


Per ricapitolare: la procura di Roma ha indagato i vertici dello IOR per violazione della normativa di attuazione della direttiva Ue sulla prevenzione del riciclaggio. Inoltre si è disposto il sequestro di 23 milioni di euro che si trovavano su un conto aperto presso il Credito Artigiano. Nel mirino due operazioni che prevedevano il trasferimento di 20 milioni alla Morgan Frankfurt e di altri tre alla Banca del Fucino. Inchiesta che prende il via dalla segnalazione di una operazione sospetta da parte della Banca d'Italia.


Il Vaticano ha espresso "perplessitĂ  e meraviglia", e ribadito la "massima fiducia nel presidente e nel direttore generale dello IOR"; poi aggiunge che "è nota la chiara volontĂ  delle autoritĂ  della Santa Sede di piena trasparenza per quanto riguarda le operazioni finanziarie dello IOR”. Qui è evidente che al compilatore della nota vaticana deve essersi allungato il naso e accorciate le gambe come a Pinocchio non è mai accaduto. E basta, a contestare quella dichiarazione, la lettura di un libro, “Vaticano SPA”, del giornalista Gianluigi Nuzzi, pubblicato da Chiarelettere: racconta e documenta le spericolate operazioni finanziarie mascherate da opere di caritĂ  e fondazioni di beneficenza; una storia raccontata grazie a una mole impressionante di documenti riservati della Santa Sede, pazientemente raccolti da un monsignore, Rosario Nardozzi: una figura chiave nella gestione dello IOR, che alla fine, stomacato per quello che vedeva, o per scaricarsi la coscienza, o per togliersi qualche sasso dalla scarpa, poco importa, decide di vuotare il sacco; ed ecco il racconto di imprese che fanno impallidire quelle del famoso Paul Marcinkus: titoli di stato scambiati per riciclare denaro sporco, i soldi della maxi-tangente Enimont che passano nello sportello dello IOR; il denaro lasciato da fedeli per le messe che finiscono in conti personali: una vera e propria “lavanderia” utilizzata anche dalla mafia e per spregiudicate avventure politiche. Un paradiso fiscale che non risponde ad alcuna legislazione diversa da quello dello Stato del Vaticano.


Del resto, non è la prima volta che la magistratura cerca di vederci chiaro, nelle operazioni dello IOR. Da quasi due anni sono in corso accertamenti su una decina di istituti di credito italiani in rapporti con lo IOR, per presunte irregolarità in materia di norme antiriciclaggio: movimentazioni di denaro sospette per decine di milioni di euro su un conto corrente dello IOR aperto nella filiale Roma 204 della ex Banca di Roma, poi integrata in Unicredit. Solo tra il 2006 e il 2008 sul conto in questione sarebbero transitati almeno 180 milioni di euro.


Nel mare di agenzie con commenti e dichiarazioni, una ci ha colpito. Sette righe diffuse dall’agenzia “AdN-Kronos”, la stessa agenzia che, attraverso il suo direttore Pippo Marra, è riuscita a raggiungere Gotti Tedeschi e ottenere una telegrafica dichiarazione nella quale il presidente dello IOR si dice umiliato. La nota d’agenzia dice: “Negli ambienti vaticani la vicenda dello IOR e le accuse al presidente della Banca Vaticana hanno suscitato stupore e malumore”. Poi, attenzione: “E’ un tiro mancino dopo il successo del viaggio del papa in Gran Bretagna”. E’ quanto si sussurra fra le alte gerarchie. A chi attribuire il tiro mancino? A questa domanda non si risponde, ma il silenzio, sembra di capire, qualche nome per ora lo nasconde”. E così, senza dire, si dice; e chi deve capire avrĂ  senz’altro compreso.


Che in Vaticano sia in corso una lotta tra faide, e che la si combatta senza esclusione di colpi, lo comprende anche chi non ha molta dimestichezza con le avvelenate stanze d’oltretevere; e basterebbe pensare alla genesi e allo svolgimento del “caso” Dino Boffo, e chi si è voluto colpire attraverso di lui; o alla vicenda di Propaganda Fide, lo sconcertante e avvilente intrigo di opere pie e opere profane, con tutto il sottobosco di prelati, affaristi, politicanti, il cardinale Crescenzio Sepe che sembra uscire dalla vicenda con le ossa rotte, il cardinale Angelo Sodano che da questo scontro sembra essere uscito a pezzi, i colpi e i contraccolpi. Ora questa inchiesta, definita “tiro mancino”. Vedremo. Per ora limitiamoci ad annotare che quando, mesi fa si doveva decidere a chi affidare la presidenza dello IOR, tra la cordata del cardinal Bertone che puntava su Giuseppe Profiti, e quella del cardinale Giovanni Battista Re che puntava sull’ex governatore di Banca d’Italia Antonio Fazio, alla fine l’ha spuntata Gotti Tedeschi, consulente ed amico del ministro delle Finanze Giulio Tremonti, che con il Vaticano ha grandi e consolidati legami, fin da quando ha ideato il perverso sistema dell’8 per mille; e per Gotti Tedeschi ha mosso le sue pedine. Storie insomma da seguire con molta attenzione.


va.vecellio@gmail.com



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