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“LEGGE SULLE PROFESSIONI, I RADICALI CON LA GIUNTA ILLY” (DA “IL GAZZETTINO - UDINE”)

29 dicembre 2003

(Articolo segnalato da Stefano Santarossa, Segretario dell’associazione “Radicali friulani”)

LA POLEMICA Alle proteste dei rappresentanti degli Ordini regionali la replica di Santarossa: «Serve un autentico liberismo in materia»

Il progetto della Giunta regionale, predisposto dall’assessore Roberto Cosolini, riguardate la riforma sulle professioni, viene considerata in maniera positiva dai radicali del Friuli Venezia Giulia.
Lo fa sapere il presidente Stefano Santarossa, giudicando un pregio «aver abbandonato la scelta consociativa tra i rappresentanti della politica e gli ordini professionali, che impedisce ogni ammodernamento del settore terziario. Il riconoscimento da parte della giunta Illy delle professioni non regolamentate - sottolinea l´esponente dei radicali - va in controtendenza rispetto alle posizioni assunte da quasi tutti i partiti politici da sempre sottomessi ai diktat delle varie corporazioni sindacali e in questo caso professionali. A livello nazionale l´attuale governo, che si richiama a principi liberali, anche in questo campo è invece garante dell’attuale regime protezionista del settore dei servizi. La condiscendenza mostrata dal centro destra verso gli ordini professionali ingessa ogni possibile sviluppo del settore».
«Gli ordini - insiste Santarossa - non soltanto impediscono l´ingresso ai più giovani, ma condizionano il mercato, favorendo comportamenti privati anticompetitivi, il tutto a scapito dei consumatori, che pagano prezzi più alti per servizi peggiori. Per questo ritengo che vada rimossa ogni restrizione concorrenziale che determini barriere a monte o a valle del percorso professionale. Ricordo come l´entrata alle cosiddette libere professioni, regolata da ordini e albi, è soprattutto per i giovani una corsa ad ostacoli ricca di gravi umiliazioni».
La battaglia degli ordini di mantenere l´attuale sistema, giudicato da Santarossa protezionista, secondo i radicali verrà smantellato quando tutti i professionisti, ovunque residenti nella comunità europea, potranno svolgere anche in Italia la propria attività.
«Un programma per la liberalizzazione del mondo delle libere professioni - chiude - non potrà che prevedere l´abolizione degli ordini professionali con il superamento delle tariffe obbligatorie per legge (minime e massime), l´abolizione del divieto di pubblicità e l´equiparazione fra attività professionale e attività di impresa”.


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