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PANNELLA: POLO E ULIVO MARCIANO SEPARATI PER COLPIRE UNITI, MA IL TERZO STATO É IN CAMMINO

17 gennaio 2000

INVITO AI LEADERS E AI GIORNALISTI DEL POLO E DINTORNI, DI MEDIASET E DEL SUO "REFERENTE POLITICO": DOMANI MARTEDI ALLE ORE 14.30 PRESSO LA VII SEZIONE PENALE DEL TRIBUNALE DI ROMA, SI POSSONO ASSEDIARE I GIUDICI CHIEDENDO CHE MI CONDANNINO AD ESSERE FUCILATO ALLA SCHIENA

Roma, 17 gennaio 2000

Dichiarazione di Marco Pannella

"Ma che succede? Una mozione votata di notte assieme a tante altre e praticamente senza dibattito proposta dalla Sinistra Giovanile, viene presentata nelle prime pagine di quasi tutti i quotidiani come la più importante delle decisioni dei DS. I tenutari del salotto proibizionista urlano di indignazione e si sostituiscono nella stessa funzione, quella antiradicale ai mentitori scatenati (purtroppo fra questi, primo, Walter Veltroni) contro i referendum "sociali", radicali. E pure né la replica di Veltroni, né la mozione generale, né gli interventi di un qualche rilievo di questa quattro giorni, e nemmeno l'informazione ormai militarizzata con le "informative" degli uffici stampa e delle polizie del duopolio se ne erano accorte. Ma tant'è.
Tutto così torna in regola, Polo e Ulivo tornano a marciare separati e a colpire insieme il nemico; quello radicale gli uni e gli altri accusandolo di attentare alla vita ed alla libertà degli indifesi, delgi umili, degli oppressi. Argomenti e occasioni sono diversi, toni e cultura no.
C'è da prendere atto che i referendum liberali e liberisti, l'antiproibizionismo libertario, incardinato in trent'anni di assolutamente solitarie lotte radicali, costituiscono realtà esplosive per il disordine costituito e per i loro mentori: da Gasparri e Pedrizzi a Cofferati e Bertinotti, passando per la straripata palude dei collitorti e sacrestani (sacrestani, intendiamoci bene, del potere non di altro) post-democristiani dai quali sale in questi giorni un coro di guerra, fesso e scomposto.
Domani, martedì 18 gennaio, mi troverò per l'ennesima volta, e con le mie compagne e compagni, di fronte a giudici probabilmente costretti dal legislatore di destra, di centro e di sinistra ad applicare la legislazione proibizionistica che viola innanzitutto i principi costituzionali" di ragionevolezza e di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Per grandi e piccole penne del "giornalismo", della "cultura", della destra polista e fondamentalista del Polo e, da sempre e tuttora, della "sinistra", l'argomento, il fatto è come se non esistessero.
Ma il "terzo stato", condannato ad un assolutamente involontario monopolio dell'onestà intellettuale e civile e della difesa della Legge e dei diritti, è in cammino. Occorrerà farci carico in modo adeguato di difenderne obiettivi, necessità, ideali e anche bisogni. Temo che sarà più difficile, più drammatico che mai. Ma occorre farlo"



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