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PANNELLA: BERLUSCONI CI OFFRI LE POLTRONE E COFFERATI DICE SOLO MENZOGNE

11 gennaio 2000

Marco Pannella difende i quesiti radicali e annuncia: alle regionali correremo soli

da "La Repubblica" mercoledì 12 gennaio 2000, Pagina 7

di MASSIMO GIANNINI

ROMA - "E' vero. Berlusconi aveva offerto il ministero degli Esteri a Emma Bonino e la presidenza del Senato a me. Io sono pronto, ma mi sento pure un po' offeso: a uno con la mia storia, come minimo si offre la presidenza del mondo...". Oggi Marco Pannella la butta sull'ironia.
Un'ironia un po' amara: quella di chi si sente corteggiato a chiacchiere, ma poi viene scaricato alla prova dei fatti. Oggi i radicali sono al centro del ring politico, grazie alla "bomba incendiaria" dei 21 referendum e a quell'8 e passa per cento che la lista Bonino ha incassato alle ultime europee, che farebbero gola all'uno e all'altro Polo.
E' ANCORA BUONA LA PROPOSTA DELLA BONINO AL CENTRODESTRA, PER RIFARE L'ALLEANZA NELLE REGIONALI SUL MAGGIORITARIO SECCO?
"Ma lei ha visto come hanno risposto?".
VI HANNO UN PO' SNOBBATO.
"Peggio. Fini ha parlato di dittatura, La Loggia e Fisichella hanno parlato di 'ricatto' con i referendum. 'Fate questa proposta solo per metterci in imbarazzo', dicono. E Berlusconi sta zitto: ha paura dei quesiti".
MA ALLORA CI SPIEGHI COM'E NATA L' OFFERTA A LEI E ALLA BONINO SUGLI ESTERI E LA PRESIDENZA DEL SENATO IN UN GOVERNO POLISTA.
"Era l'ottobre, quando Emma ha incontrato Berlusconi a Bruxelles e gli ha proposto il ticket: facciamo un'alleanza politica, liberale, liberista e federalista, presentiamoci insieme alle regionali e poi alle politiche, e candidiamoci alla guida del futuro governo. Ma facciamo presto, gli ha detto Emma, perché se accetti dobbiamo preparare insieme la campagna sui referendum prima di dicembre, per spiegare le ragioni dei sì agli italiani".
E IL CAVALIERE CHE HA RISPOSTO?
"Il Cavaliere ha accolto la proposta, quasi con entusiasmo. E gli ha detto 'va benissimo il ticket, io sono il candidato premier e tu fai il vice o il ministro degli Esteri'. Poi ha aggiunto: 'ma Pannella che dice? Ce le lascia fare, queste cose?'. Emma gli ha risposto: 'a Marco gli offrirai la presidenza del Senato'. Scherzava, ma Berlusconi l'ha presa sul serio. Ma poi abbiamo visto com'è finita: ha taciuto per un mese e alla vigilia di Natale, invece di dire 'appoggio i 21 referendum' ha annunciato che quelli elettorali ' sono una sciagura'. Che coerenza, eh?".
SCUSI, MA ALLORA PERCHE ADESSO GLI AVETE RILANCIATO L'OFFERTA?
"Perchè noi sì, siamo coerenti. C'era uno spirito comune, nella campagna elettorale del '94, l' idea di un grande partito unico liberista e liberale. Per questo, oggi, poichè le ragioni per quella scelta non sono venute meno, la prima proposta l'abbiamo rilanciata al Polo. Ma questo non vuol dire che la nostra collocazione politica è a destra: laicamente, noi marciamo per obiettivi, e stiamo con chi vuole raggiungerli con noi".
E ALLORA PROVATE COL CENTROSINISTRA, NO?
"Certo, Emma la sua proposta poteva farla anche al congresso di Torino. Ma lei ha sentito una sola voce levarsi dai Ds o dall'Ulivo? Veltroni, ogni volta che lo vedo, mi dice 'ah, Marco, ci dobbiamo parlare'. Poi niente. Che ci dobbiamo aspettare dal buon Walter, e dal suo I care? L'ho incrociato ai funerali di Bruno Zevi, e gli ho ricordato il '69: lui era un ragazzetto, io ci facevo le marce antimilitariste in Europa, con lo slogan I care scritto sulle magliette...".
SI DICE CHE D'ALEMA SIA CAUTO SUI REFERENDUM PERCHE VUOLE TENERE APERTO UN CANALE CON VOI.
"Balle. Il povero D'Alema non ha nulla da offrirci. Ad Emma, forte dell'8,7% conquistato alle europee, non ha neanche provato a riproporre di fare il ministro, come fece quando aveva lo 0,8%. La verità è un'altra: i Ds e Forza Italia chiacchierano, ma non hanno voglia di diventare nostri compagni di strada, e spesso si trovano d'accordo a lasciare che sia il tempo o il plotone d'esecuzione della Consulta a far svanire le nostre battaglie referendarie. Peggio per loro".
MA ANCHE PER VOI, NO?
"No, noi ce ne fottiamo. Purtroppo o per fortuna non ci cerca nessuno. Vuol dire che alle regionali andremo soli, con i nostri candidati, e che la campagna per i referendum ce la faremo da soli, con i nostri soldi, con gli anticipi degli stipendi dei nostri europarlamentari e con i 500 milioni che ho appena incassato per aver venduto la vecchia casa paterna in Abruzzo".
PANNELLA, ADESSO PERO PARLIAMO DEL CONTENUTO DEI VOSTRI REFERENDUM "SOCIALI". SERGIO COFFERATI LI HA DEFINITI ODIOSI.
"Ma sì, in Italia siamo tutti nelle sue mani: il Cinese, così borghese, così gentile e amabile, dice che i nostri quesiti sono odiosi, feroci, atti di violenza contro i più deboli...".
E NON E VERO? NON CHIEDETE FORSE L'ABOLIZIONE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE, DELL'ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO, DELLE PENSIONI D'ANZIANITA?
"Senta: con la mia storia, mi sono rotto i coglioni di sentirmi dire da uno come Cofferati, capisce, non da Lama o da Trentin, che le mie, le nostre battaglie radicali sono contro gli indefesi, i deboli, i non protetti. Ma insomma, che abbiano almeno un po' di pudore. Io, Emma, tutti noi abbiamo dedicato le nostre vite, per i deboli: i processi, gli scioperi della fame e della sete, le marce. Nei primi anni '80 feci lo sciopero della fame per tre mesi, per chiedere il raddoppio della pensione sociale, che era di 157 mila lire. Poi l'aborto, le battaglie per il voto ai diciottenni, per la legge sui manicomi, sui transessuali...".
ALT, PANNELLA, STIAMO AI REFERENDUM DI OGGI. VOI PROPONETE L'ABBATTIMENTO DEL WELFARE O NO?
"Sono pure menzogne. Siamo contro il Welfare senza libertà, questo sì. Lo scontro di oggi, per me e per i radicali, ha radici antiche. Nel 1983 cominciai a Bologna, in Piazza Maggiore, la battaglia sulle pensioni: feci comizi per 5 anni consecutivi contro l'obbligo di andare in pensione per limiti anagrafici, contro le pensioni baby".
OGGI, PARLIAMO DI OGGI...
"Oggi col referendum sulle pensioni noi non vogliamo colpire i pensionati, ma adeguare l'Italia all' Europa: abbiamo o no l'età di pensione più bassa, 57 anni, mentre in Germania discutono sui 60 e in America c'è chi propone di portarla a 67? E quello sulla sanità? Chi l'ha detto che vogliamo lasciare i poveri senza sanità? Col referendum resta l'obbligo delle prestazioni, ma prevede anche la facoltà del paziente- utente, se vuole, di rivolgersi anche al privato. E poi chi ha mai proposto di non tutelare gli infortuni sul lavoro? Chiediamo solo che finisca il monopolio dell'Inail".
PER DARE IL BUSINESS ALLE COMPAGNIE PRIVATE, COME DICE SALVI?
"Bravo Salvi: col suo ragionamento, invece di privatizzare l'Inail bisognerebbe pubblicizzare la Rc auto!".
I SINDACATI VI SPARANO CONTRO ANCHE SUL REFERENDUM CHE ATTRIBUISCE LA LIBERTA DI LICENZIARE.
"Vergogna. Se dicono questo io li querelo. L'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, figlio degli eccessi del '68 e di Giugni che oggi è ancora in giro, quello sì è contro i deboli. I veri privilegiati sono gli occupati che difende Cofferati, quelli tutelati proprio dall'articolo 18. Il povero Andrea Pininfarina, che ha provato a criticarlo, si è preso le minacce dei grandi capi di Cgil, Cisl e Uil: attento, se insisti ci occupiamo delle tue fabbriche. E pure la Confindustria non dice una parola: ci abbiamo parlato nel '96, ma oggi è silenzio, e siamo nel 2000. Bei riformisti...".
LO VEDE CHE L'OBIETTIVO DEI SUOI REFERENDUM E DISTRUGGERE IL SINDACATO?
"Non è l'obiettivo, ma l'effetto sì. Perchè se non si incide su quello che nel 1913 Salvemini chiamava il blocco industriale-operaio non ne usciamo. C'è un apparato di burocrazie che va superato. Non siamo riformisti, siamo riformatori. Non siamo solidaristi, ma solidali. Amiamo culturalmente il conflitto, non lo scontro di classe".
MA LA GENTE VI SEGUIRA?
"Cito l'Explorer: la grande maggioranza degli italiani vogliono il bipartitismo e il presidenzialismo. Il 90% degli elettori del Polo è sulle nostre posizioni, il 50% di quelli dell'Ulivo pure. Vedremo. Ma intanto un obiettivo l'abbiamo raggiunto, il più importante: la prossima campagna sulle regionali si farà su questi temi, i nostri, e non sulle formule vuote, su La Malfa o Boselli. Il 15 aprile si eleggeranno 15 assemblee costituenti, nelle regioni: cittadini e forze politiche dovranno scegliere che Italia vogliono".



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