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PANNELLA: CIAMPI NON HA PARLATO ALLA GENTE, MA AI PARTITI

2 gennaio 2000

IL LEADER RADICALE BOCCIA IL MESSAGGIO DI FINE ANNO: HA TRATTEGGIATO UN'ITALIA ALLA VIE EN ROSE, GLI RICONOSCO CHE DETTO QUEL CHE PENSA, DA UOMO ONESTO QUAL E

Intervista a Marco Pannella pubblicata da "Il Corriere della Sera" di domenica 2 gennaio 2000, pag. 9

Pannella: il presidente mi ricorda Maria Antonietta che voleva distribuire brioches ai francesi per scongiurare la Rivoluzione. "Non ha una parola sul debito pubblico, sulla disoccupazione e sulle pensioni da fame: è in perfetta sintonia con quelle forze che lo hanno eletto per bloccare la candidatura della Bonino"

Roma - Gli riconosce l'"onestà", la "buona fede", la "lealtà". La rispettabilità, insomma, di un uomo perbene. Ma, a Carlo Azeglio Ciampi, Marco Pannella non concede altro. Non gli è piaciuto il suo discorso di Capodanno, che "non ha alcun rapporto con la realtà dell'Italia di oggi", un Paese che "nelle ultime 14 decadi dal 1860, vive oggi la decade con il minor tasso di sviluppo".
Non ha gradito, Pannella, quel tono da "tutto va bene, Madama la Marchesa", né i messaggi mandati a giovani e forze politiche, insufficienti nel merito o sbagliati nel destinatario. Non lo ha convinto il merito, non gli è bastata la discontinuità con Scalfaro, che pure il leader radicale riconosce e apprezza.
Perché, ed è qui il cuore della critica al Capo dello Stato, Ciampi è "uomo assolutamente conforme al regime che lo ha scelto". E drammaticamente lontano da quell'Italia che i radicali sono certi di rappresentare: "Sa chi mi ha ricordato il presidente? Maria Antonietta, che voleva distribuire brioches ai francesi, per scongiurare la Rivoluzione e salvare il regime di Luigi XVI. Sappiamo com'è finita. La realtà dell'Italia e degli italiani è, come quella della Francia di allora, piuttosto da incubo, mentre l'ottimo presidente ci canta "La vie en rose", ma con le parole dell'inno nazionale ".

LEI DUNQUE SI ASPETTAVA UN MESSAGGIO DIVERSO DAL CAPO DELLO STATO?
"Il presidente della Repubblica ha certamente detto quel che pensa, da uomo onesto qual è. Proprio perché così pensa, d'altra parte, lo hanno eletto, sbarrando il passo ad Emma Bonino, voluta dagli italiani".

E COSA C'E DI SBAGLIATO NEL SUO PENSIERO, E DUNQUE IN QUELLO CHE HA DETTO?
"Per carità, discorso ineccepibile, dettato dal senso comune, che però è cosa diversa dal buon senso. E' come una summa della "conformità" degli "italiani brava gente", dell'ufficialità di regime. D'altra parte Ciampi è sempre stato ed è un onesto Grand commis dell'amministrazione: ma in uno Stato di diritto, si è Grand commis di Stato; in un regime, come questo, non si può che essere Grand commis di regime".

ANALIZZIAMO IL DISCORSO NEI SUOI PUNTI PRINCIPALI: HA FATTO BENE CIAMPI A RIVOLGERSI AI GIOVANI?
"Ha dato loro brioches: c'era ben altro da dire anche a chi vede la luce in queste prime ore del 2000. Scusateci, andava detto, per il regalo di 42 milioni di debito a testa che questa Italia vi dà, per la più alta disoccupazione giovanile europea e del mondo libero, per il 60% di tasse da pagare quando mai lavoraste, con il compito di mantenere milioni di pensionati di giovinezza e il loro lavoro nero. E poi, ai vecchi, che sono la maggioranza del paese, cosa ha detto? Cosa sulle pensioni sociali da fame, sul pensionamento obbligatorio, sui figli e sui nipoti a carico a vita?"

CIAMPI PERO HA SPRONATO LE FORZE POLITICHE E QUELLE IMPRENDITORIALI AFFINCHÉ VARINO LE RIFORME LE PRIME, E SI FACCIANO CARICO DELL'INNOVAZIONE CHE CREA LAVORO LE SECONDE. NON E APPREZZABILE?
"Lui ha fatto appello, in fondo comprensibilmente, ai suoi elettori, o "nominatori", e cioè ai partiti del finanziamento pubblico estorto ed imposto contro le scelte del popolo sovrano; e agli "imprenditori", quelli di sempre, quelli della grande industria, quelli del capitalismo assistenzialista e concertante. Ma non si è rivolto ai cittadini che a milioni hanno firmato per i nostri referendum, ai milioni di partite IVA di questo Paese. Cittadini che, non essendo "graditi", non esistono e non debbono esistere, come per il Polo berlusconiano e l'Ulivo prodian-d'alemiano. Le forze cioè che al Quirinale l'hanno voluto e che tentano di esorcizzare Emma Bonino con i suoi radicali".

PERCHÉ SI SORPRENDE CHE UN CAPO DELLO STATO SI RIVOLGA ALLE FORZE POLITICHE PER SOLLECITARE RIFORME ISTITUZIONALI ED ECONOMICHE? NON E ANCHE IL SUO RUOLO DI GARANTE CHE GLIELO IMPONE?
"E' garante sì, Ciampi, garante di chi lo ha eletto. Infatti pur indicando nel suo discorso le priorità del Paese, e pur essendo queste priorità le stesse che noi da cinque anni attraverso i referendum cerchiamo di affrontare e che i cittadini testardamente con le loro firme si ostinano a ricordare, Ciampi si rivolge alle forze politiche. A quelle stesse forze che non sono riuscite a fare le riforme, che non hanno voluto farle e che non si sono rivelate capaci nemmeno di gestire il rovinoso declino in atto. Perché mai un regime che non è mai riuscito a risolvere problemi sotto gli occhi di tutti, dovrebbe riuscirci ora?"

SECONDO CIAMPI, ALCUNI PROBLEMI SONO STATI RISOLTI: IL RISANAMENTO ECONOMICO C'E, NELL'EURO L'ITALIA E ENTRATA.
"Ciampi ragiona in termini finanziari e non economici: i dati economici del Paese, infatti, non disegnano affatto un'Italia felice e sulla via dello sviluppo. E per quanto riguarda la moneta unica, chi ha fatto entrare l'Italia in Europa sono stati gli Spinelli, gli Andreotti, i Craxi, e quindi, i Dini, gli Scalfaro, lo stesso Ciampi hanno dovuto chiedere, e sono riusciti ad ottenere, deroghe ai parametri di Maastricht senza le quali il nostro paese non avrebbe mai potuto far parte degli undici".

INSOMMA, PANNELLA, NON DIRA CHE A CIAMPI PREFERIVA IL TANTO VITUPERATO PRESIDENTE SCALFARO?
"Ci mancherebbe altro, i due non sono nemmeno paragonabili. Ciampi lo ritengo profondamente onesto, e anche leale, al contrario di chi lo ha preceduto, che ha eccelso nella direzione opposta. Ciampi è così, non ci fa. Ma, appunto, lui è totalmente conforme al regime, è ciò il regime voleva. Non come la Bonino, che era conforme alle riforme".

Paola Di Caro



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