Roma, 30 dicembre 1999

Dichiarazione del Comitato Promotore Referendum economici in replica a DS, PPI e ACLI:

Le avanguardie conservatrici, neo corporative e antiliberali, in una parola: antireferendarie, si stanno scatenando in queste ore contro i quesiti radicali e chiedono a gran voce un intervento del Governo in Corte Costituzionale.
Favoleggiano "attacchi ai diritti dei deboli" e distruzioni dello Stato sociale. La verità è che sanno che gli italiani vogliono libertà contrattuale e flessibilità del lavoro per la competitività delle imprese, la creazione di nuovi posti di lavoro e l'uscita per molti dal lavoro nero; chiedono libertà di scelta contro i monopoli pubblici burocratici e prepotenti come quello sanitario; sono favorevoli ad un innalzamento , minimo ma immediato, dei requisiti per la pensione, per l'equità intergenerazionale e la sostenibilità del sistema previdenziale.
Ai Grandi, ai Fioroni, ai Bobba e a tutti gli altri che si fanno forti oggi della assenza di dibattito pubblico sui temi referendari nonché del potente scudo protettore del sindacato, chiediamo di consentire che siano gli italiani a decidere quale futuro per il welfare ed il mercato del lavoro: la continuità con il regime concertativo della disoccupazione e del declino economico oppure la riforma liberale.
Ci auguriamo che nel suo messaggio di fine anno il Capo dello Stato trovi le parole giuste per testimoniare la sua volontà di vigilare affinché agli italiani, secondo Costituzione, venga agevolato anziché ostacolato l'esercizio del diritto al referendum.