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EMMA BONINO: STRUMENTALI LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO SALVI CONTRO I REFERENDUM

28 dicembre 1999

Roma, 28 dicembre 1999

Dichiarazione di Emma Bonino

"Salvi lancia oggi - a nome di tutto il Governo? - l'attacco ai referendum liberali su lavoro e impresa, sanità e previdenza.
Con argomentazioni strumentali, visto che tanto le Convenzioni dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) sul collocamento al lavoro quanto la direttiva CE sul part-time non costituiscono una preclusione né formale né sostanziale alla ammissibilità dei quesiti.
Sul part-time, in particolare, il referendum punta a rimuovere i vincoli e le autorizzazioni che fino ad oggi lo hanno reso pressochè impraticabile per la generalità delle imprese italiane, non già ad introdurre elementi di discriminazione che sarebbero in contrasto con la direttiva.
Salvi, in realtà, chiede al Governo, attraverso la costituzione in Giudizio presso la Corte Costituzionale, di esercitare una pressione politica per la non ammissione dei quesiti. Staremo a vedere se D'Alema consentirà che il suo Governo diventi parte in causa anziché garante del regolare svolgimento dei referendum promossi dagli elettori italiani con oltre sedici milioni di firme.
Il blocco sociale conservatore dell'attuale declino economico italiano - minor crescita, minor occupazione e maggior inflazione rispetto ai partner europei - che vede in Cofferati e nel sindacato burocratico e di potere il suo principale elemento di forza, sembra trovare un preciso referente Governativo.
La reazione rabbiosa contro i nostri referendum - attacco ai diritti dei più deboli, sfregio ai lavoratori, etc etc - è la misura della popolarità delle nostre proposte presso i disoccupati, i giovani, le donne, i piccoli imprenditori, cioè tutti coloro che pagano oggi i prezzi più salati alla concertazione neocorporativa e alla scarsa libertà economica e che solo grazie a riforme radicali e tempestive potrebbero giocare ad armi pari con i loro omologhi europei".



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