Per il Comitato Promotore Referendum, dichiarazione di Marco Cappato ( Coordinatore dei Radicali), Sergio Stanzani, Benedetto Della Vedova, Daniele Capezzone:
Roma, 21 dicembre 1999
"Berlusconi, con le dichiarazioni rese alla corte di Bruno Vespa, attribuisce al sistema elettorale maggioritario la responsabilità della frammentazione delle oltre 40 botteghe e fazioni della partitocrazia italiana, invocando il ritorno a sistemi elettorali di tipo proporzionalistico, attraverso una nuova legge elettorale da concertare assieme con il Governo. Il leader del Polo pare dunque aver scelto di mettersi a capo del fronte della conservazione partitocratica, dei poteri e dei sottopoteri di regime, delle forze più illiberali e conservatrici della politica e della società italiana.
La sopravvivenza delle piccole e grandi baracche dei partiti italiani, sempre più impopolari presso le elettrici e gli elettori, rimane possibile proprio grazie a quei meccanismi di recupero proporzionalista, inseriti dalla legge Mattarella in piena violazione della volontà del popolo italiano espressa nel referendum del '93, e che oggi il referendum radicale intende abolire. Ricordiamo a Berlusconi che il sistema elettorale di tipo "anglosassone-americano" uninominale a un turno - quale risulterebbe dal referendum - è il sistema che in questo secolo ha difeso le democrazie liberali dai mostri del totalitarismo e dai parlamenti proporzionalisti rissosi e disgregati della Repubblica di Weimar e dell'Italietta pre-fascista.
Ancor più grave del merito, è il metodo illiberale e inciucista che Berlusconi propone alla politica e al Paese. Le regole istituzionali, quelle che determinano la forma (liberale, fascista, comunista, neo-corporativa) dello Stato, vanno decise dallo scontro democratico delle idee e delle ragioni dei fronti opposti, non - come pare volere Berlusconi - dall'inciucio maggioranza-opposizione, dalla concertazione permanente estesa anche al governo delle istituzioni".