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PANNELLA: BERLUSCONI E FINI, CARTA DI RISERVA CONTRO I REFERENDUM LIBERISTI E LIBERALI

19 dicembre 1999

ORA IL GIOCO SI CHIARISCE CONTRO I REFERENDUM LIBERISTI E LIBERALI. CONTRO L'ALTERNATIVA DI SISTEMA E DI REGIME, MENTRE RISCHIANO DI FALLIRE GLI ULIVISTI, LA CARTA DI RISERVA, ORMAI GIOCATA, E' QUELLA DI BERLUSCONI E FINI.

Dichiarazione di Marco Pannella:

Roma, 19 dicembre 1999

Quando Berlusconi e Fini colgono l'occasione della crisi della maggioranza e del regime per chiedere quelle elezioni anticipate che non servirebbero ad altro che a protrarre il regime stesso e l'intero sistema politico economico e sociale in putrefazione, ma che però consentirebbero di rimandare all'anno o al millennio del mai i 20 referendum liberisti e liberali che dovrebbero ormai tenersi fra 15 o 20 settimane con l'alternativa liberale che assicurerebbero, mostrano di essere la "grande" e sola carta di riserva per il blocco sociale conservatore dominante, con la sua corte dei miracoli di Presidente ed ex Presidenti della Confindustria, di leader ed ex-leader del sindacato di Stato, di grandi industriali statalisti, vecchi e nuovi tutti ammucchiantisi, di ex-Presidenti della Repubblica felloni impuniti, del Partito dei mass-media che ha preso il posto dei mass-media dei Partiti, di corrotte e sovversive burocrazie giurisdizionali, più alcune decine di leader di frattaglie partitocratiche.
E non mancano tanti Vittorio Emanuele III, Facta e Benes in circolazione impazzita, più alcuni grandi inviati per diffondere la peste italiana a Bruxelles ed a New York.
I mostri di Goya riuniti nella corte dei miracoli del dolce paese del far niente e del Giubileo clerico-ateo che ha negli scavi blasfemi del Gianicolo il suo logo.
Senza certezza del diritto, senza regole democratiche, senza comunicazione politica possibile, se non con colpi di mano da resistenza partigiana, è tremendamente difficile combattere. Ma il movimento radicale continuerà a farlo e ammonisce: "Compagni tutti, compagni Cofferati, Fini e Abete, compagni Berlusconi e D'Alema, giù le mani dai referendum".



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