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CANONE RAI: ALTRI 66 MILIARDI PER LA DISINFORMAZIONE

14 dicembre 1999

Dichiarazione di Daniele Capezzone, responsabile informazione dei radicali:

Roma, 14 dicembre 1999

Come tradizione comanda, a metà dicembre arriva la notizia dell'aumento del canone Rai. Ne dà notizia una nota del Ministero delle Comunicazioni, che spiega come, al termine di un'istruttoria condotta insieme al Ministero della Finanze, e alla quale, da quanto si apprende, ha assicurato la propria attiva -e, presumiamo, interessatissima- collaborazione la stessa Rai, sia stato disposto un aumento del canone di abbonamento (e cioè, è sempre bene ricordarlo, della tassa che grava sul mero possesso di un televisore) di 4.400 lire. Il Ministero, quindi, attendendosi forse la gratitudine dei contribuenti, si affretta a precisare che l'aumento è "contenuto", "percentualmente più basso rispetto a quello che fu definito per l'anno scorso", e comunque "inferiore di 1.600 lire rispetto alle richieste della Rai".
Resta il fatto che altri 66 miliardi di denaro pubblico saranno presto consegnati ad una Rai che, sempre grazie al canone, già ne incassa circa 2500, che ne raccoglie altri 2000 sul mercato pubblicitario, e che, soprattutto, stracciando le leggi, la Convenzione, il Contratto di servizio e le delibere della Commissione di vigilanza, li usa, con le attività teppistiche dei suoi Vespa, per attentare ai diritti civili e politici dei cittadini e sequestrare il loro diritto ad essere correttamente e completamente informati.
Vedremo presto se, Procura della Repubblica di Roma permettendo, grazie alle nostre denunce di questi anni, rinnovate nelle ultime ore, si arriverà ad un grande processo in cui i vecchi e i nuovi Presidenti, Direttori generali, Direttori di rete e di testata della Rai, oltre che i vecchi e i nuovi Vespa, siano finalmente chiamati a rispondere della loro attività di tutti questi decenni: disinformare i contribuenti con i soldi dei contribuenti.



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