Roma, 10 Dicembre 1999
Cari Amici,
vi auguro ottimo lavoro, augurandovi che il vostro successo, con gli obiettivi e le scelte che ne conseguiranno, ci consentano di tornare ad incontrarci come con tanti socialisti, dai tempi di Loris Fortuna, nelle lotte per il divorzio, per l'aborto e sul nucleare e per la responsabilità civile dei magistrati.
Le scelte vostre di questi anni e le nostre sono state, invece, e restano purtroppo molto lontane, come quasi tutto l'assetto sociale, politico e istituzionale di una prima Repubblica che in questi ultimi cinque anni appare al suo apogeo. La nostra battaglia di giustizia, di libertà , di rivoluzione liberale è sempre più ardua e drammaticamente soffocata da una realtà nella quale sono scomparsi pressoché tutti i titoli di legittimità e di legalità dello Stato e delle sue istituzioni, mentre l'Italia è inghiottita dalle sabbie mobili di un impoverimento e di un tasso di sviluppo che è divenuto il più basso in 140 anni di storia del nostro paese, e registra un divario di crescita con il resto d'Europa che nemmeno nei peggiori momenti del fascismo e dell'antifascismo suo erede avevamo conosciuto.Ci addolora questo trovarci, politicamente e non certo psicologicamente e affettivamente, su sponde opposte , voi all'interno del "bipolarismo" che dal 1947 domina e distrugge il paese, noi - come da ottanta anni - al di fuori e contro.
Per il resto voi conoscete, credo, come conosco io, come persistano ragioni e riflessi di affetto e di amicizia fra tanti socialisti e tanti radicali.
Di nuovo buon lavoro dal vostro,
Marco Pannella