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PANNELLA: LA STRATEGIA NEO-D'ALEMIANA DEL POLO NON PUÓ RIGUARDARCI CHE DA AVVERSARI

10 dicembre 1999

ALTRA E' LA SCELTA CHE RILANCI E DEPURI IL 1994 PER RIVOLUZIONE LIBERALE E STATI UNITI D'EUROPA. PIU' DI ALLORA E' VINCENTE, TRAVOLGENTE, UNA RIVOLUZIONE POLITICA CHE SIA INNANZITUTTO ANCHE RIVOLUZIONE SOCIALE E ISTITUZIONALE. C'E' BISOGNO DI LAFAYETTE, NON DI "DUCHI D'OTRANTO" DI RIVOLUZIONE AMERICANA, NON BONAPARTIANA.

Roma, 10 dicembre 1999

"Per oltre cinque anni Massimo D'Alema aveva costruito il successo di Quercia e Ulivo, assieme a Scalfaro, ingurgitando tutto, ma proprio tutto, pur di divorare foglia dopo foglia, come un carciofo, il Polo e il "potere". Ma quella roba, alla fine, si è rivelata non commestibile; quel che non è stato necessario per avvelenare l'organismo, quel che non è stato assimilato, ora tende a fuoriuscire, a compito adempiuto, dalla stessa via digestiva che fu d'ingresso. Povero D'Alema: gli auguriamo di far tesoro di questa esperienza spiacevole per lui e purtroppo per l'Italia.
Se si leggono, da un anno in qua, le cronache di palazzo, che registrano tante voci del Polo, appare evidente che esse si ispirano (e la proseguono) alla "strategia" d'alemiana, querciaiola e ulivista. A cominciare dalla più indigesta coppia di foglie del carciofo polista del 1994, Bossi e Buttiglione, vere voci - allora - del ventriloquo Scalfaro e della sua sciagurata politica traditrice e sovversiva, tutti sembrano desiderati e attesi. Tutto questo non è che il manifesto proseguirsi, accelerato del processo di putrefazione dell'Italia.
Come, e ben più che nel 1994, occorre invece essere "o di qua o di là": nell'assetto di regime o contro di esso, per abbatterlo e realizzare una radicale Riforma liberale; per queste settimane e per le prossime, con i 20 referendum radicali il popolo è stato armato come mai lo è stato nel secolo che è ormai sul punto di spirare.
I giornali che invece annotano: "Bossi e Bonino", "Buttiglione e D'Antoni", "Cossiga e Lusetti", come possibili ammucchiati in strategie neo-d'alemiane del centro-destra, sono ormai giustamente sempre più disertati non solo dai lettori ma anche dagli elettori cui mirano i loro editori.Un problema, vero, c'è: ma è dei radicali. Contro tutta la pinacoteca del nulla o la galleria degli orrori partitocratici, oggi, più che nel 1994, c'è chi osi - con noi - ergersi ad alternativa piuttosto che stendersi ad erede del regime?
Se c'è, alleato può essere solo costui. O di qua o di là, insomma. Sempre più, urgono la "rivoluzione americana" con i suoi Lafayette; non i "Duchi d'Otranto", i Talleyrand in sedicesimo, in serie, provinciali, buoni e parassiti per tutti i regimi".



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