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CHE CI FACEVA CARLO CASINI NELL'UFFICIO CENTRALE PER IL REFERENDUM DELLA CORTE DI CASSAZIONE?

7 dicembre 1999

E' LECITO CHIEDERSI QUALI SIANO LE CONDIZIONI DI TERZIETA, OLTRE CHE DI IMPARZIALITA E DI SERENITA DI GIUDIZIO, CHE QUESTA CORTE SIA IN GRADO DI ASSICURARE AL PAESE.

Comunicato del Comitato promotore dei venti referendum:

Roma, 7 dicembre 1999

Questa mattina, nel corso dell'audizione dei rappresentanti dei Comitati promotori da parte dell'Ufficio centrale per il referendum della Corte di Cassazione, era presente, e con ogni evidenza nella qualitĂ  di membro attivo dell'Ufficio, Carlo Casini, per un ventennio circa deputato, eurodeputato, esponente della DC, leader del "Movimento (cattolico) per la vita".
L'apprendere, così, il rientro di un politico di grande impegno e di forte connotazione di parte (sia detto ad onore di quel politico) nelle funzioni di giudice (lui, procuratore per formazione) è stata per molti una sorpresa.
Che lo stesso onorevole Carlo Casini sia anche l'ex procuratore di Firenze che fece incarcerare per mesi Adele Faccio e Gianfranco Spadaccia per violazione delle leggi sull'aborto, e che, per le stesse ragioni, spiccò mandati di cattura nei confronti di Emma Bonino, per quanto ci riguarda, non ci ha impedito di avere con lui rapporti civilissimi di stima e di dialogo.
Che però dei due membri dell'Ufficio centrale per il referendum della Corte di Cassazione dei quali si sia avuta notizia in questi giorni, il primo sia un giudice -anch'egli già parlamentare democristiano- che ha sostenuto, a proposito della riproponibilità di alcuni quesiti referendari, tesi respinte in questi giorni dai Presidenti Emeriti della Corte Costituzionale che si sono espressi sull'argomento (oltre che da una vastissima schiera di altri esponenti del mondo del diritto), e il secondo sia l'onorevole Casini, è cosa che rende quanto meno lecito chiedersi quali siano le condizioni di terzietà, oltre che di imparzialità e di serenità di giudizio, che questa Corte sia in grado di assicurare al paese.
Onoriamo, insomma, la polemica contro l'onorevole Onorato, ma ci sembra onorevole non farlo solo per motivi privati e personali contro di lui.



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