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THE TIMES: «PRODI HA CHIUSO UN OCCHIO SULLE ATTIVITÁ DELLA MAFIA»

4 dicembre 1999

THE TIMES del 4 dicembre 1999 pag. 17

di John Philliphs -from Rome

Un magistrato italiano ha accusato ieri Romano Prodi, Presidente della Commissione Europea, di corruzione e negligenza, sostenendo che è stata da lui ignorata l'infiltrazione nella camorra, versione napoletana della mafia, riguardo il progetto italiano sull'alta velocità dei treni.Ferdinando Imposimato rispettato ex giudice, ha presentato queste tesi durante la presentazione di un libro potenzialmente esplosivo dal titolo: "Corruzione ad alta velocità" di cui è co-autore.
Le accuse che ha sollevato contro Prodi sono relative ai primi anni '90, quando l'ex primo ministro italiano ricopriva la carica ufficiale di garante del progetto sull'alta velocità, progetto sul quale c'è stato un investimento pubblico di 140 mila miliardi.
Le dichiarazioni sul comportamento scorretto di Romano Prodi sono state oggetto di indagine e insabbiate per molto tempo dai magistrati ma Imposimato sostiene nel suo libro che il Prodi ha architettato un piano per stendere un velo di segreto sul suo ruolo nella vicenda sia come garante del progetto e conseguentemente come Presidente dell'IRI, la più grande azienda di stato.
Imposimato spiega nel suo libro di come ha saputo dalla polizia napoletana che la camorra lo ha "condannato a morte" per le sue indagini sui legami tra le consociate IRI e i clan della camorra.
"Il più grave problema è quello del conflitto di interessi" ha detto Imposimato alla presentazione del suo libro presso l'Associazione Stampa Estera a Roma "il fenomeno della corruzione non è finito, e neanche quello del crimine organizzato, restano questioni serie e preoccupanti".
Imposimato ha aggiunto che Romano Prodi ha violato le regole europee sulla concorrenza nel fare in modo che i contratti sull'alta velocità fossero stabiliti senza passare da una gara d'appalto internazionale.Ferdinando Imposimato, il cui fratello è stato ucciso dalla Camorra ha negato di essere mosso da motivi personali nell'accusare il Presidente della Commissione Europea. Ha aggiunto che aveva cercato di risolvere la questione precedentemente richiedendo a Prodi quando era Primo Ministro di fornirgli la sua versione dei fatti ma Prodi ha sempre rifiutato.
Imposimato ha deciso di rendere pubblica la sua campagna per la trasparenza di questa vicenda scrivendo a Romano Prodi per denunciare quello che definisce l'inaudita gravità dello scandalo. Imposimato ha anche sollevato obiezioni su un'altra vicenda che coinvolge gli interessi personali di Romano Prodi che, sostiene Imposimato, è stata con troppa disinvoltura archiviata da Antonio Di Pietro, il magistrato milanese simbolo di Mani Pulite.
Alla domanda se gli elementi di questa vicenda siano sufficientemente gravi per chiedere le dimissioni di Prodi da Presidente della Commissione Europea, Imposimato ha dichiarato "Non voglio formulare alcun giudizio su Prodi Presidente della Commissione Europea. Dobbiamo attenerci ai fatti. Le accuse preliminari formulate contro di lui da un Procuratore della Repubblica sono state confermate da un esperto. Questo Procuratore nel corso delle indagini è stato minacciato. Il Parlamento ha anche archiviato la denuncia contro Prodi per abusi in atti di ufficio quando tale richiesta è pervenuta alla Commissione competente".



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