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«CARI LEADER DEL POLO, NON FATE COME I VECCHI DEMOCRISTIANI»

3 dicembre 1999

Lettera aperta di Marco Pannella pubblicata sul Corriere della Sera del 3 dicembre 1999, pg.6

Cari Berlusconi, Fini e Casini prescindendo - per unistante - da elezioni regionali, e politiche, e dalbailamme economico e giudiziario istituzionale nel quale -come anche l’Ulivo - vi siete e ci avete cacciati, secontinuate, con tutto il Polo, a criminalizzare il metodolaico, civile, liberale, antiproibizionista, comeclerico-fascisti, democristiani e Movimento SocialeItaliano fecero, tentando di impedire le legalizzazioni deldivorzio e dell’aborto, finendo poi spazzati via dallaragionevolezza democratica e cristiana del nostro popolo,se un timido, quasi privato accenno del Presidente delConsiglio assolutamente in linea con il risultato delreferendum sulla droga del 1993, viene preso a pretesto dalPolo per una dissennata reazione proibizionista, diantiliberale e incivile linciaggio, se questo accade nonpotete, poi, fingere di ignorare che la tradizioneradicale-liberale, che la nostra cultura, la nostrapolitica, le nostre convinzioni - esse stesse - vengono intale modo anatemizzate e individuate come nemiche (ben piùche avversarie). Per noi - lo sapete bene - come di già perdivorzio e aborto, il principio proibizionista (illiberale,impotente, autoritario) è causa stessa del flagello chepretende di denunciare e combattere. Ed è questa, loripeto, tradizione nostra, non della sinistra, men che maidiessina.
Non sarebbe allora più onesto, piùdemocratico dire chiaramente all’elettorato italiano che viproponete di ottenere, contro il movimento dei diritticivili, la rivincita delle posizioni che furono sgominatedalla democrazia e dal popolo italiani, malgrado lapresenza e l’impegno - allora! - di poteri contrari che sipresumevano di immensa forza morale e mondana? D’altraparte la candidatura con la quale voi vi siete presentatial giudizio dell’elettorato bolognese è stataprovocatoriamente non compatibile con una qualsiasi volontàdi alternativa liberale, liberista, riformatrice,antipartitocratica al regime (regime che opera da quasimezzo secolo, e non solo da quando continuano ad arrivarerinvii a giudizio del tipo di quelli che sono giunti amilioni di italiani in questi decenni, della cui gravitàsolo adesso sembrate accorgervi), e che grazie anche albipolarismo consociativo - ieri di Dc e Pci, oggi di Ulivoe di Polo - ha fatto precipitare l’amministrazione dellagiustizia e la forza del diritto a livelli inferioriperfino a parte del terzo mondo nonsviluppato.
Passando, ricordiamolo, dalle leggiBartolomei, Reale, di unità nazionale, dai grappoli didecreti d’emergenza cossighian-berlingueriani, al massacrodi Costituzione e di diritto rappresentato dagli«straripamenti» presidenziali (vere «usurpazioni dipotere»), «attentati» alla Costituzione ed alla Repubblica,dalle oltre cinquanta leggi «novellistiche» per il solosettore della giustizia penale che si sono abbattute suicodici e sulla vita civile, istituzionale, economica esociale del nostro paese: contro cui, da radicali, abbiamotroppo spesso da soli lottato senza sosta, in condizioni didemocrazia e di diritto negati, sostenuti da milioni emilioni di sottoscrizioni delle nostre richieste abrogativeper via referendaria.
Ma quel che è più grave,intollerabile, scandaloso è che - tutt’ora - voi,ostentatamente, preferiate perfino selvagge risse dabassifondi piuttosto che sostenere quei quesiti referendaridi riforma radicale, effettiva, della giustizia (sei dicosei referendum in questo solo settore), del sistemaistituzionale, del sistema economico sociale, liberali eliberisti che rischiano - come sapete bene, e non di radoin cuor vostro vi augurate - di essere sequestrati, vietatial diritto e ai diritti dei cittadini di conoscerli e divotarli. Questi «quesiti» sono l’espressione di una lottademocratica popolare da decenni, che la «politica», voiinclusi, giustizia inclusa, sequestra e vieta.
Voi e ilcentro-sinistra, su queste questioni fondamentali, sietedivenuti quasi delle fotocopie. Vi indirizzo questa«lettera aperta», dopo che ad anni di nostresollecitazioni, di tentati accordi e di intese, stracciatinon appena firmati - come nel 1996 - avete risposto nontanto e non solo con ostinati silenzi sufficienti edistratti, ma con la democristianizzazione, lapartitocratizzazione, l’unità oligarchica non solamente diAsinelli, di Rai-Tv e di Biscioni, ma della vostra stessa«politica».
Il flebile lamento di Massimo D’Alema,espresso a titolo personalissimo, sul regimeproibizionistico e i suoi effetti nel mondo e in Italia èservito solo per confermare l’unità di cultura e dipolitica di tutte le democristianerie uliviste e dellavostra.
Per quanto ci e mi riguarda, noi mostriamo conla nostra vita di essere gli stessi che sui diritti civilie umani sono riusciti a far vincere molto spesso gli idealidi libertà e di diritto contro le posizioni delle qualianche voi avreste dovuto rappresentare non gli eredi, comesembra, ma la grande forza liberante, riformatrice delloStato di diritto e della democrazia politica. Vi piaccionoi nostri processi, clandestinizzati, come negli anni ’30?Non ne parlate mai? Vi siete accorti che i sei referendumsulla giustizia risolverebbero entro qualche mese allaradice i problemi che oggi - all’improvviso - vi fannoimpazzire? Questo, cari amici, è quanto personalmente sentodi dovere alla verità della lotta politica ed alle tenuitracce di amicizia che restano tra di noi.
*leaderradicale



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