Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
sab 11 mag. 2024
  cerca in archivio   NOTIZIE
PANNELLA-MARTINO: BOTTA E RISPOSTA SU «L'OPINIONE»

30 novembre 1999

LETTERA APERTA DI MARCO PANNELLA A ANTONIO MARTINO PUBBLICATA SU "L'OPININE 30 NOVEMBRE 1999

Roma, 30 Novembre 1999

Carissimo Martino,

chiuse le urne e conosciuti i risultati, mi sembra finalmente senza controindicazioni porti pubblicamente una domanda politica che ritengo, da tempo, urgente ed opportuna.
Quando, in uno scontro sostanzialmente bipartitico, uno dei candidati:
a) è apolitico e dichiara di non essersi mai occupato di politica;
b) qualifica se stesso come: " sono un cattolico che ha sempre votato DC, un figlio della Curia";
c) è intenzionato a fare "il deputato di quartiere", usurpando nelle intenzioni le funzioni evidenti di consigliere circoscrizionale e comunale ;
d) è, per sua stessa proclamazione, più che confessione, del tutto ignorante di leggi finanziarie e di problemi economici;
e) è totalmente afono se si tratta di pronunciare le parole: " liberale, riforma, partitocrazia, pensioni, impresa, mercato ";se dunque uno di questi due candidati è così connotato e viene proposto come bandiera o portabandiera di uno schieramento politico-elettorale, un liberale, un democratico, un riformatore, un liberista, un laico, una persona sensibile ai valori e alle virtù civili, come dovrebbe votare, come voterà?
Se poi l'altro candidato non sia ematologo di "fama internazionale", ma semplicemente "politologo di fama nazionale o provinciale", se è il portabandiera di qualcuno che è stretto alleato politico di colui che ha scelto il suo concorrente, cioè l'ematologo apolitico che ha votato tutta la vita DC e che si proclama figlio della Curia, l'ipotetico, suddetto "liberale" come si caverà dall'imbarazzo?
E se questo "liberale" avesse stima e fiducia per Emma Bonino, cacciata da responsabilità che tutta l'Europa, e non solo l'immensa maggioranza del popolo italiano ritenevano e ritengono avesse esercitato ed esercitasse non solo bene ma straordinariamente, in modo "ottimo", e avesse sottoscritto (come te, credo) i venti referendum liberali e liberisti invece osteggiati o ignorati congiuntamente dai due leader dei due candidati suddetti, quale giudizio politico dovrebbe dare del "bipolarismo" e del "liberalismo" e della volontà riformatrice di Silvio Berlusconi, della tua Forza Italia e del tuo Polo?
Per la verità, il dodicesimo collegio di Bologna è un sintomo, un esempio.
Emma Bonino ha ieri rivolto un appello ad altri due italiani su dieci, oltre a quello che già lo ha fatto alle Elezioni europee, a sostenere la sua e nostra battaglia liberale, liberista, libertaria (a proposito, come stai?), radicale in occasione delle prossime elezioni regionali e (forse) politiche, e per difendere ed affermare, lottando e non tacendo o chiacchierando, l'alternativa referendaria liberista e liberale.
Proporrete a noi cittadini metodo, contenuti e connotati alla Sante Tura o alla Silvio Berlusconi 1999 (così lontano sembra da quello del 1994)?
Ci sembra più che probabile. Così come ci sembra più che probabile che l'Italia del Polo e dell'Ulivo sia quella di Mediaset e della Rai Tv, mentre quella di Radio Radicale si spegnerà ma nobilmente, lasciando i suoi semi di libertà e di dignità civile e sperando che trovino quel po' di terreno necessario per far nascere piante e frutti pur in questo territorio politico e geopolitico italiano dove la Riforma liberale continua a non compiersi mentre continua a produrre le solite controriforme alla Sant o Tura.
Carissimo Antonio, temo proprio che la sorte ormai voglia che politicamente 'ce dicimme addje'. Spero di sbagliare. Stammi bene,

Tuo Marco


Caro Pannella, la pedagogia non basta.

di Antonio Martino

Caro Marco,
prescindo dal commentare il tono della tua "lettera aperta", che sembra suggerire all'ignaro lettore che la responsabilità per le scelte che tu condanni sia mia e mia soltanto, e vengo al contenuto.Il vero, fondamentale. Di dissenso fra noi è che tu parli da assertore del bipartitismo e poi ti comporti da proporzionalista intransigente. Propugni un sistema elettorale amerikano e poi ti fai la lista su misura. Questo complesso alla Ross Perot è non solo egoistico - è molto più comodo avere una lista propria che non dovere coesistere con altri in un grande partito - ma anche incompatibile con le regole di una democrazia competitiva, col corretto funzionamento di un sistema bipartitico.
In America, infatti, non sempre i due candidati offrono una autentica scelta agli elettori. Più spesso, essendo entrambi mossi dal desiderio di catturare il decisivo voto dell'elettore mediano, finiscono con suggerire le stesse ricette. In molti casi, un numero rilevante di elettori, disgustati dall'indistinguibilità dei candidati, optano per "none of the above" (nessuno di questi) e non votano.
La reazione corretta a questo stato di cose non è certo quella che tu hai scelto - dare vita ad un terzo partito e al diavolo gli altri due! - perché quella scelta da un lato finisce con favorire dei due il candidato più lontano dalle idee del "terzo" (se il terzo è di sinistra la sua candidatura fa vincere la destra, se è di destra fa vincere la sinistra), e dall'altro è condannata a restare episodica - il "terzo" non dura mai più di un paio di elezioni. A meno che non si scelga la via imboccata oggi dal partito libertario americano - una testimonianza ideale, una predicazione intransigente, volta a cercare di convincere gli altri a realizzare quelle idee - l'interpretazione corretta del bipartitismo impone la militanza all'interno di uno dei due partiti.
Tu dirai che i due partiti non ci sono e che quelli che ci sono non ti piacciono, ed io ti rispondo che i due partiti non ci saranno mai e quelli esistenti non ci piaceranno mai se non ci adopereremo al loro interno per farli andare nella direzione che consideriamo auspicabile. Se continuerai a "chiamarti fuori", come hai sistematicamente fatto da diversi, troppi anni, non avrai il diritto di lamentarti se le cose non vanno.
Il che ovviamente non ci impedirà di continuare ad esserti grati per le battaglie di libertà che continui a combattere, anche se sempre più solo con funzione "pedagogica" o dimostrativa.
Come sai, essendo stato insegnante tutta la mia vita ed essendo sempre innamorato del mio mestiere, continuerò ad esserti vicino in questa opera di educazione, ma per piacere non spacciamola per sostituto della lotta politica, della necessità cioè di dare al nostro Paese un governo meno ignobile di questo.

Cordialmente, tuo
Antonio Martino



IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail