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DOSSIER ALLA COMMISSIONE DI VIGILANZA SUGLI ULTIMI QUATTRO ANNI DI «PORTA A PORTA»

26 novembre 1999

Dichiarazione di Daniele Capezzone, responsabile informazione dei radicali:

Roma, 26 novembre 1999

Se non fossero in gioco i diritti e i denari del cittadino-contribuente, tutta la vicenda relativa alla puntata di "Porta a porta" sul caso D'Alema-Forattini risulterebbe di irresistibile comicità: prima lo zelo zelota di chi ha pensato bene di sopprimere la trasmissione, ritenendo, evidentemente, di fare cosa gradita all'"editore di riferimento"; poi la toppa -come sempre, molto peggiore del buco- rappresentata dalla scelta del "ripristino posticipato". Onestamente, era difficile immaginare di peggio. Persino per questa Rai.

Eppure, c'è addirittura chi è riuscito a dar vita a uno spettacolo ancora più triste: quello delle pressoché unanimi lamentazioni sulla difesa della libertà di informazione e sulla tutela del "Vespa censurato". Lo abbiamo detto, scritto e dimostrato in tutte le sedi con cifre difficilmente controvertibili: Vespa non è una vittima, è un campione della censura; il suo salotto è in assoluto il luogo dove si compie sistematicamente, da anni, il sequestro del diritto dei cittadini ad essere correttamente e completamente informati. Per questo, sono senz'altro più pericolosi di lui tutti coloro che ieri si sono stracciati le vesti, e da anni, invece, non pronunciano nemmeno una sillaba sull'opera violenta e faziosa di questo piccolo gerarca della tv di Stato.

Nei prossimi giorni, invieremo ai membri della Vigilanza un dossier sugli ultimi quattro anni di "Porta a porta": vedremo allora se vi sarà almeno un parlamentare disposto a dire parole di verità e a prendere iniziative conseguenti, o se invece il Parlamento, proseguendo nel suo silenzio e nella sua inerzia, riterrà di dare ragione proprio a Vespa, che la scorsa settimana ha impunemente affermato di ritenersi sottratto ai giudizi e alle valutazioni della Commissione.



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