Dichiarazione di Emma Bonino::
Roma, 21 novembre 1999
Anche la manifestazione di ieri della Cisl e i suoi primi riflessi sugli equilibri della Trimurti sembrano contribuire soltanto a dare nuova linfa al chiacchiericcio di Palazzo, mentre continua a latitare un vero scontro politico sulla situazione economico-sociale del paese, che pure tutti gli indicatori descrivono come sempre più allarmante.
L'Italia continua a collezionare primati negativi in termini di tassi di sviluppo e di occupazione, ma nessuno sembra preoccuparsene davvero. Tutti sembrano invece preoccupatissimi, con ragioni che francamente fatichiamo a comprendere, per l'imminente rottura -così pare- della mitica "unità sindacale".
Morale: stampa e televisioni continuano a proporci come contrapposte posizioni che in realtà rappresentano solo varianti del medesimo disegno socialconservatore (non ci risulta, infatti, solo per fare qualche esempio, che la Cisl abbia manifestato l'intenzione di abbandonare il metodo della concertazione, che anzi vorrebbe addirittura costituzionalizzare; o che si sia schierata per l'unica efficace misura di riforma previdenziale, cioè l'immediata abolizione delle pensioni di anzianità ; o che abbia mutato la propria assoluta ostilità rispetto ai referendum sulla flessibilità del mercato del lavoro), per meglio occultare lo scontro reale prefigurato dalla nostra iniziativa referendaria: quello tra gli interessi costituiti delle burocrazie partitiche, sindacali e confindustriali e le esigenze di mercato, di concorrenza, di libertà e di liberazione comuni all'immensa maggioranza degli italiani.