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NOMINE RAI: COSA FANNO LA COMMISSIONE DI VIGILANZA E LA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI ROMA?

19 novembre 1999

Dichiarazione di Daniele Capezzone:

Roma, 19 novembre 1999

Su "Prima comunicazione" di ottobre e su "Sette" di ieri, il neo-responsabile della "Divisione due" della Rai Pietro Calabrese e il Direttore generale Pierluigi Celli hanno candidamente raccontato l'intensa attivitĂ  telefonica -bipartisan nel primo caso, tutta interna ai circuiti della maggioranza nel secondo- che ha preceduto e determinato le loro nomine.

Si conferma dunque -attraverso le dichiarazioni virgolettate dei diretti protagonisti di due puntuali vicende, dichiarazioni che costituiscono a questo punto fatto notorio- la regola aurea secondo cui il Consiglio di Amministrazione della Rai rappresenta puramente e semplicemente la sede in cui vengono ratificate decisioni assunte altrove. Cioè nelle segreterie dei partiti, di maggioranza e anche di "opposizione".

Il Presidente del Senato, speriamo per lui con ironia, ha riconfermato l'autonomia del CDA Rai. Da parte nostra, dinanzi a questa ennesima prova della violazione delle leggi e dell'asservimento del cosiddetto servizio pubblico agli interessi di parte e di partito, vorremmo invece sapere cosa aspettino ad intervenire, anch'esse nella loro notoria autonomia e indipendenza, la Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai e la Procura della Repubblica di Roma. A quest'ultima ricordiamo, tra l'altro, che non è ancora venuta meno l'obbligatorietà dell'azione penale.



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