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PANNELLA A COFFERATI: CHE SOLFA IL VECCHIO DISCO ANTILIBERALE DI CLERICALI, COMUNISTI E FASCISTI

18 novembre 1999

INTANTO IMPONIAMO INSIEME LA PUBBLICITA DEL DIALOGO DEMOCRATICO PRO E CONTRO I REFERENDUM.

Roma, 18 novembre 1999

"Sergio Cofferati faccia meno dietrologia, se ci riesce, e comunque non la usi per menar il can per l'aia. 'Dietro' i referendum per la liberazione del lavoro e dell'impresa ci sono lacci, lacciuoli, balzelli, corporativismo e sindacato da anni trenta, al tempo della Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Lavoro e disoccupazione forzati, impresa fallita e parassitaria: è questo che sta 'dietro' e vogliamo lasciarcelo anche giuridicamente.
Inoltre Sergio Cofferati mi consenta di dirgli, con comprensione e anche una punta di simpatia, che è l'ora, per lui e i suoi, di smetterla di continuare a illustrare e evocare le società e le leggi liberali esattamente come lo hanno fatto (e, evidentemente, continuano a farlo) corporativisti di destra e di sinistra, fascisti, comunisti della terza internazionale, peronisti, regimi di colonnelli, di gesuiti, di solidaristi cesaro-papisti.
Per Cofferati, se si è liberali lo si è 'srenati'; se si è liberisti, si è selvaggi; adeguare, come faremo con i referendum, l'Italia alla grande maggioranza dei paesi liberi, liberali, sia di new deal roosveltiano, sia di welfare beveridgiano, per Cofferati comporta condannare il paese alle 'giungle' capitaliste, di Stato o di parastato 'privato', e a tutta la vecchia solfa clericocomunfascista che il potere di classe burocratico oggi va litaniando a sua volta.
I referendum liberisti e radicali sono già leggi di libertà in paesi di libertà, di occupazione e di benessere.
Comprendiamo bene Cofferati: se l'Italia approderà su quelle spiagge, una buona pensione di invalidità per cause professionali non gliela negherebbe nessuno.
Intanto proponiamo a Cofferati di pubblicamente dibattere insieme, rompendo la censura di stampo fascista che capitalisti pubblici e privati italiani hanno insieme messo in atto per impedire che il paese comprenda, prima di scegliere e deliberare".



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