Dichiarazione di Daniele Capezzone:

Roma, 15 novembre 1999

Con la sua intervista di oggi a "Il Giornale" - non a caso, ampiamente valorizzata dall'house organ polista -, il senatore diessino Andrea Manzella, già teorico, nelle scorse settimane, della non riproponibilità del referendum elettorale, rilancia a tutto campo la strategia del "dialogo" tra i due Poli, attestandosi sulla linea - è il caso di dirlo, manzelliana - tracciata nei giorni scorsi dal Presidente dei Deputati di Forza Italia Pisanu.
Il punto di partenza è la par condicio, su cui - dice Manzella - "un conto è ammettere che ognuna delle coalizioni abbia un certo tempo in tv da suddividere al suo interno, altro è permettere a ogni partitino il diritto allo spot"; il punto di arrivo è un'intesa complessiva tra i due Poli sulle riforme elettorali ed istituzionali, assicurando sì il "pluralismo", ma, anche qui, "all'interno delle coalizioni".
Si tratta dello stesso percorso delineato da Pisanu: per ciò che riguarda la legge elettorale, doppio turno di coalizione e mero "diritto di tribuna" per chi sta fuori; per ciò che riguarda l'informazione, doppio spot di coalizione, con l'assegnazione dell'85% degli spazi (a pagamento e non, sulle reti pubbliche e su quelle private, sulle reti nazionali e su quelle locali) ai due Poli, e la violenta espulsione dal video di tutti gli altri.
Si tratta - torniamo a ripeterlo - di una proposta liberticida, di dubbia costituzionalità, per molti versi peggiore di quella della maggioranza, e che, in ogni caso, ha un solo chiarissimo obiettivo: sopprimere in radice qualunque ipotesi di alternativa liberale ai due Poli.