Dichiarazione di Daniele Capezzone:

Roma, 13 novembre 1999

Mentre la maggioranza continua a difendere il suo testo proibizionista, liberticida e anticostituzionale, e l'"opposizione" sembra pressoché esclusivamente dedita alla preparazione di nuove "crostate" per favorire possibili ulteriori "inciuci" su par condicio e legge elettorale, è utile chiedersi quanto valgano materialmente le presenze televisive di cui i partiti hanno potuto disporre del tutto gratis nel corso dell'ultima campagna elettorale.

Un pacchetto "tipo" di spot televisivi sulle reti Mediaset per le Europee del 13 giugno scorso prevedeva 174 spot della durata di 30 secondi ciascuno per un costo complessivo di circa 3 miliardi e 750 milioni di lire. In sostanza, un minuto di televisione a pagamento finiva per avere un costo di lire 43.103.448. Proviamo ora a moltiplicare questo costo per il numero di minuti di cui i principali partiti politici hanno invece potuto disporre gratis nelle trasmissioni (sia in quelle di rete sia in quelle di approfondimento legate ai TG) delle reti RAI, Mediaset e TMC nel periodo compreso tra il 14 maggio e il 12 giugno 1999.

Ai DS, che hanno potuto disporre di 505 minuti di presenza televisiva, è giunto un "regalo" di quasi 22 miliardi di lire; a Forza Italia (205 minuti) di poco meno di 9 miliardi; al PPI (173 minuti) di circa 7 miliardi e mezzo; ad AN (163 minuti) di poco più di 7 miliardi; ai Democratici (69 minuti), ai Verdi (70 minuti) e a Rifondazione comunista (ancora 70 minuti) di circa 3 miliardi.
E la Lista Bonino? Ai radicali, che avrebbero raccolto il consenso di quasi un italiano su dieci, rivelandosi la quarta forza politica del paese con l'8,5% dei voti, in tutta la campagna elettorale, nelle trasmissioni di Rai, Mediaset e TMC, sono stati concessi solo 12 minuti di presenza, pari ad un valore di circa 500 milioni di lire. Un primo "esempio" di par condicio.

Resta il fatto che queste cifre spiegano bene le ragioni per cui i due Poli continuano a difendere proposte illiberali in materia di comunicazione a pagamento, con l'Ulivo che cerca di sopprimerla del tutto ed il Polo che vuole riservarla ai due maggiori schieramenti: maggioranza e "opposizione", molto semplicemente, sanno già di poter contare su una faraonica e gratuita campagna pubblicitaria realizzata, per loro, dall'intero sistema radiotelevisivo pubblico e privato.