Da "Il Tempo" di mercoledì 20 ottobre a pag.3

L'immagine ascetica del vecchio leader radicale, smagrito dai digiuni e dalle marce è lontana, sbiadita, appartiene ad una fetta di storia italiana pur importante, ma passata. Marco Pannella, il trappista, l'artigiano della politica, un tempo spina nel fianco del regime, oggi gioca la sua partita in modo diverso: arbitro della situazione in un passaggio delicatissimo, può contare non solo su un patrimonio di voti e di consenso notevole (quell'8 per cento conquistato dalla Lista Bonino) ma anche su insospettate, cospicue risorse finanziarie. Ha venduto Radio Radicale Due per 10 miliardi (e con questi ha finanziato a colpi di spot la candidatura e il successo della intramontabile Emma), sta per concludere per una cifra molto vicina la cessione del gioiellino telematico Agorà, ma soprattutto ha messo sul mercato il pezzo pregiato, quella Radio radicale che la legge riconosce come Ente di interesse nazionale e che vale, sul piano commerciale, non meno di 140 miliardi.
Cerca un co-editore, e per le frequenze e la rete - valore 70 miliardi - afferma di avere già un misterioso acquirente dietro la porta. La radio è in attivo, fa gola a tutti.
A Pannella sanguina il cuore, Radio Radicale costituisce un patrimonio di valore storico, culturale, politico inestimabile. Ma i soldi servono per il progetto politico del vecchio leader radicale, che da artigiano si fa manager della politica.
Con quei 70 miliardi Pannella conta di dare l'assalto al regime, a quel regime che "lo tiene a distanza e lo oscura, lo ostracizza".