Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
gio 02 mag. 2024
  cerca in archivio   NOTIZIE
PANNELLA «D' ALEMA HA SCELTO IL RADICALE SBAGLIATO. NOI SFONDEREMO DA SOLI»

20 ottobre 1999

Marco Pannella gioca la carta dei referendum. "Non ci permetteranno di farli, e saranno elezioni anticipate. Il nostro 9 per cento potrebbe diventare 15 per cento"

di Giovanni Tagliapietra - "Il Tempo" del 20 ottobre 1999, pg. 3

Roma - Marco Pannella, protagonista scomodo della vita politica italiana esce allo scoperto e svela la sua strategia, il suo obiettivo. Da animale politico sottile e sperimentato sa cogliere gli umori della gente, e si prepara a giocare forse la partita più temeraria della sua vita. L'insofferenza nel Paese cresce di giorno in giorno, il popolo dei non garantiti preme per avere voce in capitolo, i suoi referendum sono stati gratificati da 16 milioni di schede e gli hanno fatto capire che quella protesta può essere presa per mano e guidata, orientata. La Lista Bonino, del resto ha fatto inaspettatamente il pieno alle Europee e può crescere ancora, mentre l'improvvisa accelerazione della crisi della maggioranza - con l'annuncio del D'Alema-bis - può far da detonatore ad una situazione sempre più fuori controllo. E Pannella ci prova. A "sfondare", come dice lui, a proporsi come alternativa credibile.

D. Onorevole Pannella, D'Alema si rinnova, apre il governo a forze nuove. Che ne pensa?

R. Nuovo che? Per quanto ci riguarda di nuovo non c'è nulla, D'Alema anziché dare riconoscimento ai 90 mila voti romani e al 9 per cento di Emma Bonino forse imbarcherà Rutelli, reduce dal glorioso passaggio dai 900 mila voti di sindaco ai 60 mila di eurodeputato. Insomma, a dirla tutta, D'Alema si prende il radicale sbagliato. E' il solito teatrino che regge la vita politica da sempre, un tempo erano Andreotti e Berlinguer, oggi sono D'Alema e Berlusconi. Temo che gli elettori di destra, non meno di quelli di sinistra, rischino di essere traditi nelle loro speranze di cambiamento e di alternativa. Polo e Ulivo, sempre più spesso, sono la stessa cosa.

D. La mossa di D'Alema, certo, è dettata dalla crescente difficoltà del governo e della coalizione di maggioranza. Il Polo sembra convinto di avere la situazione in mano. Lo so, è una provocazione, ma voi da che parte state?

R. Certamente dalla parte degli italiani, di quel blocco sociale che non ha voce e non si sente garantito né rappresentato, che non si riconosce nel regime, nei sindacati, nei partiti, ché assiste impotente allo strapotere delle grandi famiglie, del partito dei giudici. Siamo in uno stato pre-rivoluzionario, l'enorme successo dei nostri referendum dimostra che la gente usa la testa ed il cuore e ci ritiene credibili. Porteremo avanti la nostra battaglia referendaria, sosterremo la protesta sui temi del lavoro e della giustizia, e in questa situazione quell'8 per cento raccolto dalla Lista Bonino potrebbe raddoppiare e la partita, allora, sarebbe tutta da giocare.

D. Cercheranno di stoppare il referendum

R. Non lo escludo, sarebbero pronti ad andare ad elezioni anticipate pur di non far votare gli italiani sul referendum. Non sarà un rimpastino a frenarli

D. In questo clima confuso voi siete certamente corteggiati. D'alema imbarca i Democratici, Berlusconi raccoglie naufraghi politici dove può. Non vi corteggia più? Eppure voi potreste, anzi, fate la differenza

R. Non siamo al mercato e non mettiamo all'asta il nostro patrimonio. Certo se Berlusconi dovesse schierarsi dalla nostra parte sugli obiettivi referendari . Ma non capisco come possano farlo. A me basterebbe una difesa onesta, convinta, di quegli obiettivi. Che sono poi, tradotti in parole povere, la difesa dei nove milioni di partite Iva, dei giovani, delle donne, degli anziani, dei disoccupati, dei non garantiti

D. E se a chiedervi sostegno fosse Prodi?

R. Mettiamola così. Credo alla serietà degli interessi e delle intenzioni di chi si schiera con noi. Se qualcuno oggi punta sul popolo, e non gioca contro il popolo, è dalla nostra parte. Il 70 per cento degli italiani voleva la Bonino presidente, si è visto come è andata. Chi tra quei signori è un interlocutore credibile?

D. A Bologna il Polo ha chiesto invano la vostra alleanza per il seggio che fu di Prodi, poi ha puntato su un ematologo di fama mondiale. E il vostro Cazzola se l'è presa

R. Vi rispondo così. Da anni sosteniamo che c'è un terzo stato che incalza il regime, un regime sempre più incapace di resistere. Guazzaloca era manifestazione di questo terzo stato, non di un Polo o di un altro. Il regime si è subito mosso per riassorbire questa esplosione di dissenso. Cazzola lo rappresentava bene, il Polo ha scelto un candidato, Tura, che potrebbe essere tranquillamente portato da Prodi come da AN, un candidato organico al regime. Noi faremo la nostra battaglia da soli. Certo non voteremo per lui.

D. Insomma quella di Bologna è una partita da archiviare in anticipo, ed è la fine di un possibile idillio con Berlusconi?

R.Vedremo, il rapporto con Berlusconi lo abbiamo già detto si gioca su altri tavoli.

D. Se si andrà ad elezioni anticipate, come lei ha ipotizzato, e nessuno dei due Poli dimostrerà un entusiasmo referendario, cosa farete? Farete la corsa da soli vendendo i "gioielli di famiglia" (leggi Radio Radicale) per sostenervi?

R. Andremo certamente fino in fondo. Il disagio sociale di cui parlavamo prima, la tensione, i segni di rivolta che si avvertono ovunque lasciano pensare che potremmo andare lontano. Il sacrificio di Radio radicale ci darebbe risorse economiche sufficienti a giocare in attacco, potrebbe consentire di sfondare tra i due Poli: e se il nostro 9 per cento si trasformasse in un 15 per cento diventeremmo gli arbitri della situazione, potremmo candidarci anche a pilotare il paese, con l'aiuto e il consenso della gente. Un compito difficilissimo, ma per qualche anno si può fare.



IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail