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LETTERA APERTA A SILVIO BERLUSCONI

7 settembre 1999

Siamo contro questa politica, contro questa Destra così simile a questa Sinistra, contro questi Poli divenuti prosecuzione di quelli che sotto l'egida della Dc e del PCi hanno governato e sgovernato l'Italia per 50 anni.
Occorre il Polo liberale e non democristiano. Ti interessa?

Caro Berlusconi,

urge fra di noi una ripresa di dialogo leale, pubblico, impegnativo, sotto il controllo democratico di tutti.

Le nostre rispettive coerenze rischiano di scavare un solco difficilmente colmabile, dolorosissimo per milioni e milioni di cittadini, e costosissimo, fra movimento radicale e Forza Italia, e te.

Basta analizzare quanto accaduto in questo 1999. Noi abbiamo rilanciato le nostre iniziative e i nostri obiettivi tradizionali, che ritenevamo esser divenuti attuali e manifestamente necessari per un'alternativa liberale di regime. Attorno a questi obiettivi è esploso uno straordinario consenso popolare, che in queste ore sta magnificamente confermandosi.

Tu hai percorso un cammino diverso, e hai assunto posizioni opposte alle nostre. Dopo esser stato "più di là che di qua" in occasione del referendum sulla legge elettorale, hai operato in modo da stroncare e impedire una nostra popolarissima candidatura alla Presidenza della Repubblica, in stretta collaborazione con D'Alema e l'Ulivo; da provocare la cacciata di una Commissaria Europea unanimemente apprezzata, in intesa con Romano Prodi oltre che - al solito - con D'Alema. E da un semestre ormai, hai atteso sul greto del fiume il passaggio del cadavere dei venti referendum, e quello dei radicali (perfino annunciato - scambiando desideri con realtà - a fine luglio). Hai sbagliato, manifestamente, tattica e calcoli. E, a nostro avviso, anche strategia.

Hai avuto sicuramente le tue buone ragioni, che intuiamo o conosciamo. Ma, sicuramente, sia sulla Presidenza della Repubblica, sia sulla Commissione Europea, sia sui referendum l'immensa maggioranza degli elettori del Polo, e in particolare quelli di Forza Italia, sono stati e sono sulle nostre posizioni e non sulle tue che, infatti, sono state interne al Palazzo, molto discrete e meramente giustificatorie sul piano pubblico.

Ti proponiamo, ti chiediamo, di tornare agli obiettivi, agli ideali, alla chiarezza che ci vide nel 1994, se non uniti, quanto meno convergenti per una alternativa liberale e antipartitocratica.

Lo facciamo in un momento di grande serenità e di forza civile e politica ancora crescente. Non perché pentiti o battuti, anzi.

Come tu annunciavi, siamo effettivamente travolti. Ma travolti, letteralmente, dalla nuova esplosione di consenso popolare, alternativo al regime, che si sta manifestando in tutta Italia attorno ai nostri tavoli referendari. Se non abbiamo ancora raggiunto quota di sicurezza, valutiamo che ciò accadrà nei prossimi giorni. Il nostro vero problema, oramai, è di riuscire a consentire al maggior numero dei cittadini italiani di partecipare, come vogliono, a questa nuova vittoria civile, liberale, antipartitocratica, del Terzo Stato che sta prendendo coscienza di sé e, finalmente, affermandosi grazie alle nostre iniziative.

I cittadini italiani, caro Berlusconi, accorrono e firmano, di getto, felici, convinti, l'intero pacchetto dei venti referendum. Sono, in massa, gli elettori di Alleanza Nazionale, di Forza Italia, del CCD (non dispiaccia all'amico Casini), del Polo; ma non solo: tantissimi anche dell'Ulivo. Uniti, nei fatti, gli uni e gli altri, tanti del Polo e tanti dell'Ulivo contro questa politica, di questa "Destra" e di questa "Sinistra", così simili pur nei loro ruoli prestabiliti e contrapposti. Come sono stati uniti sulla candidatura Bonino alla Presidenza della Repubblica, sulla sua conferma alla Commissione di Bruxelles, nel giudizio positivo che hanno dato del nostro successo alle elezioni europee. E, ora, sui venti referendum liberali e liberisti, radicali.

A questo punto teniamo a ringraziarti per il buon gusto, per la sostanziale lealtà per i quali non hai firmato né sostenuto anche uno solo dei venti referendum, hai usato in tal modo della "libertà" che Forza Italia ha "concesso" ai suoi esponenti e militanti.

I venti referendum liberali e liberisti sono stati per te un po' come la guerra di Libia per i socialisti italiani: "non un uomo, non un soldo", e tanta simpatia per i "libici" di oggi da noi aggrediti. Non era decoroso che tu mostrassi di firmarli, per come altre volte hai fatto, poi sabotarli.Tu, secondo i tuoi misteriosi "sondaggi", proclami che vincerai. Noi, secondo i nostri giudizi e le nostre analisi, e anche i nostri pubblicissimi sondaggi, riteniamo che stai rischiando e portando al disastro, e non al trionfo, l'alternativa liberale al regime. Non si vince solamente per le incapacità altrui, tutt'al più se ne diventa gli eredi.

Ciò detto, ci auguriamo che tu voglia con altrettanta franchezza e chiarezza dirci in cosa - a tuo avviso - sbagliamo o serviamo obiettivi e ideali diversi da quelli che, nel 1994, anche tu proclamavi, professavi. E, se credi, proporci una franca e seria base di discussione e di dialogo fra noi.

Noi crediamo che i due Poli attuali siano divenuti prosecuzione di quelli che, sotto l'egida della DC e del PCI, hanno insieme per cinquant'anni governato e sgovernato l'Italia, rendendola, insieme, partitocratica. Crediamo che urgano, ormai, bipartitismo e non più bipolarismo; alternativa al regime e non alternanza di sistema e di regime. Da una parte liberali riformatori e presidenzialisti e federalisti, liberisti "americani"; dall'altra l'espressione politica del blocco sociale conservatore che domina l'Italia da 80 anni almeno.

Esplorare, anche insieme, le prospettive e le possibilità della "Rivoluzione liberale" (liberale, non democristiana), della Riforma, anziché dell'ennesima controriforma italiana, non è proprio possibile? Smettere di combatterci come se fossimo divenuti davvero i vostri e i tuoi principali avversari, sol perché condividiamo le speranze e i sentimenti dell'immensa maggioranza degli elettori e dei militanti di FI e del Polo, non sarebbe saggio? Non sarebbe più saggio? Fini, AN, sembrano forse ritenerlo, o almeno sospettarlo. Proprio tu no?

Noi siamo stati chiari. Con questa politica, con questa Destra, così simile a questa Sinistra, con questi Poli, gli elettori italiani, di destra o di sinistra, sceglieranno sempre più la via dell'astensione, della nausea, o della rassegnazione. Noi, continueremo a scegliere quella della lotta referendaria, sociale, alternativa, popolare, antipartitocratica, che motiva, unisce, fa sperare, fa partecipare, entusiasma anche, tanta parte d'Italia.

Arrivederci, dunque, se non vorrai prima, arrivederci al momento della tenuta dei referendum (o a quello delle elezioni politiche, anticipate e abbinate alle regionali).

Pagina a pagamento apparsa su "Il Foglio" del 7 settembre 1999



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