Roma, 7 settembre 1999
In una nota la Lista Bonino ha cosi' replicato alle insinuazioni dell'on. Folena secondo il quale «l'unicaspiegazione logica che possa aver spinto i radicali a presentare un pacchetto di 20 referendum ...» fosse quella di «... prendere possesso, in modo farisaico ed ipocrita del denaro dei contribuenti»:
"L'onorevole Pietro Folena - si legge nel comunicato - scegliendo di intervenire sulla questione del costo delle campagne referendarie e del relativo finanziamento, ha perso un'ennesima buona occasione per tacere.
Lo invitiamo a rileggersi (ma forse è il caso di dire: a leggersi) la legge 157 del 3 giugno scorso, voluta e votata dal suo partito (in particolare, il comma 4 dell'articolo 1), e, per altro verso, a comprare "L'Unità " di domani, dove troverà tutte le informazioni necessarie per evitare, in futuro, di fare altre figuracce. E di dire altre menzogne.
Sulla stessa vicenda, l'editore di Radio Radicale, Paolo Vigevano ha replicato al senatore Falomi dei DS:
«Invito il sen. Falomi (oltre al suo compagno di partito Folena) almeno a leggere i testi e le leggi che concorre ad approvare in Parlamento. La legge sul rimborso dei referendum non consente comunque rimborsi superiori ai 5 miliardi.
Invito, inoltre, il sen. Falomi ad ascoltare con maggiore attenzione le trasmissioni di Radio Radicale che, evidentemente, segue per molte ore al giorno. Nel testo di illustrazione del prestito nazionale per i referendum trasmesso dalla Radio, si cita sì un rimborso pubblico, ma si tratta, come precisato, di quello per le elezioni europee, di cui i radicali sono stati i primi ad oggi e ancora gli unici a documentare, pubblicandone, le relative spese sin dal mese di giugno, e sono stati senz'altro gli unici ad impiegarle interamente, secondo quanto previsto dalla legge, per le spese elettorali.»