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REFERENDUM: IL DIBATTITO E' CENSURATO PER MEGLIO RIMUOVERE UNO SCONTRO SOCIALE NON PIU' RINVIABILE

23 agosto 1999

Dichiarazione di Emma Bonino:

"Sia pure tra mille inesattezze, e sia pure con il consueto ritardo, Michele Serra mostra di comprendere, e naturalmente provvede subito a spiegare, quello che per anni abbiamo pazientemente cercato di far capire a lui e ai suoi colleghi, e che abbiamo ripetutamente denunciato in tutte le sedi, dalla Procura della Repubblica di Roma alla Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, passando per l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Il dramma dell'informazione radiotelevisiva nel nostro paese non è rappresentato solo dalla pluridecennale opera di ostracismo e di censura nei confronti del movimento radicale, ma anche dalla pressoché assoluta mancanza di adeguati spazi di confronto, di dibattito, di approfondimento e di contraddittorio sui temi che sono al centro del dibattito politico e che oggi sono oggetto della nostra iniziativa referendaria.

Al di là dell'eccezione che conferma la regola (un mio confronto con D'Antoni trasmesso da Rai3 in terza serata il 29 luglio scorso), non c'è stato - possiamo documentarlo - un solo dibattito, sulla Rai o su Mediaset poco importa, sulla liberalizzazione del mercato del lavoro, sulle pensioni di anzianità, sul ruolo del sindacato, sul fisco, sulla riforma sanitaria, sulla giustizia, sui sistemi elettorali, sul finanziamento della politica, e così via.Mentre infatti alcuni leader politici erano in vacanza, impegnati sui loro yacht o nelle loro ville, l'intero sistema radiotelevisivo pubblico e privato si è incaricato di far scattare contro i 30 milioni di italiani rimasti a casa un ferreo divieto di informare e di essere informati su tutti i temi che erano e restano al centro della vita politica e sociale del paese, e che certo, anch'essi, non vanno in vacanza ad agosto.

In questa situazione, come nota giustamente Serra, i referendum sono trasformati in un mero fatto di cronaca e di costume, con totale censura dello scontro sociale e politico che esprimono e a cui danno voce. E infatti, non a caso, le dichiarazioni dei leader sindacali o del capogruppo al Senato dei DS Gavino Angius, che hanno definito questi referendum il più grave attacco degli ultimi cinquant'anni alle libertà e ai diritti dei lavoratori, sono tuttora censurate dalle televisioni: accuse così gravi avrebbero di fatto imposto un vero dibattito su questi referendum e sui temi che ne sono oggetto. Ma questo dibattito, per Rai e Mediaset, non s'ha da fare. Come i referendum".



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