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PENSIONI: IL GOVERNO ESCLUDE OGNI RIFORMA. COSA NE PENSANO ORA I 'BENALTRISTI'?

19 agosto 1999

APPLICATA LA NON-NOTIZIABILITA', OLTRE CHE AI REFERENDUM, ANCHE ALLE INDAGINI DELLA CORTE DEI CONTI

Roma, 17 agosto 1999

Dichiarazione di Marco Cappato, Coordinatore dei radicali e Deputato europeo della Lista Emma Bonino:

Il Sottosegretario al Lavoro Raffaele Morese, evidentemente applicando la categoria di stampo totalitario della "non notiziabilità" inventata appositamente dal Senatore Falomi per giustificare la censura sulle iniziative radicali", invita oggi a "non leggere notizie destituite di ogni fondamento in riferimento agli articoli dedicati all'indagine sul disavanzo INPS - (287.000 miliardi in dieci anni) - trasmessa al Parlamento dalla Corte dei Conti".
I cittadini italiani, secondo Morese, non devono leggere, cioè non devono sapere, che "l'aggravarsi della situazione deficitaria potrebbe avere prima o poi effetti sulle disponibilità finanziarie destinabili al pagamento delle pensioni", e nemmeno conoscere l'entità del debito pensionistico e della sua crescita prevista.
Dobbiamo comunque essere grati a Raffaele Morese. Il Sottosegretario esclude esplicitamente ogni possibilità di riforma delle pensioni in questa finanziaria, e, così facendo, ci offre il primo vero atto di chiarezza di questa maggioranza sul tema della riforma pensionistica.

Che cosa hanno da dire a questo punto i Giorgio Fossa, i Marco Tronchetti Provera, i Carlo Callieri e tutti gli altri "benaltristi" per i quali le riforme non si devono fare certo a colpi di referendum? Che cosa propongono, come strada alternativa ai referendum, a quel mondo dell'imprenditoria che dovrebbero rappresentare? Anche per loro è meglio non leggere i giornali, o magari cercare di garantirsi che i giornali non diffondano più notizie "non notiziabili"?

La riforma delle pensioni passa oggi per il quesito referendario che chiede di abolire le future pensioni di anzianità. A due settimane dai nuovi "referendum days" del 2-3-4 settembre la scelta è tra sostenere i banchetti radicali oppure accettare (in modo esplicito o, peggio ancora, omissivo) l'impegno del Governo a lasciare le cose come stanno.



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