13 giugno 1999
Non tutti hanno bisogno di spot. Dalle TV in campagna elettorale ai DS è giunto un "regalo" da 21 miliardi, alla Lista Bonino da 517 milioni… In numerose circostanze, in questi anni, i dati e le cifre forniti dall'Osservatorio di Pavia e dal Centro d'Ascolto dell'Informazione Radiotelevisiva hanno puntualmente documentato la pressoché totale esclusione degli esponenti e dei rappresentanti del movimento radicale dalla programmazione radiotelevisiva delle reti pubbliche e di quelle private, esclusione che ha raggiunto negli ultimi anni un livello di perfezione quasi assoluta soprattutto per ciò che riguarda i cosiddetti spazi di confronto, di dibattito e di approfondimento, che sono rimasti sostanzialmente inaccessibili non solo per i radicali, ma addirittura per i temi oggetto della loro iniziativa politica.
Su queste basi, non è difficile comprendere come e perché una forza politica come la nostra abbia dovuto -lo ripetiamo: dovuto- spendere molti miliardi in spot pubblicitari nel corso dell'ultima campagna elettorale: quella era l'unica strada a nostra disposizione per assicurare ai cittadini la pura e semplice nozione della nostra esistenza, nozione che l'intero sistema radiotelevisivo era contemporaneamente impegnato a cancellare. In altre parole, siamo stati letteralmente costretti ad acquistare quegli spazi che agli altri venivano regalati.
A questo punto, è utile provare a ribaltare i termini della questione, e chiedersi quanto avrebbero speso tutti gli altri se per caso avessero dovuto, appunto, comprare, acquistare, quegli spazi di cui hanno invece potuto disporre del tutto gratis.
Un pacchetto "tipo" di spot televisivi sulle reti Mediaset per la campagna elettorale che ha portato al voto europeo del 13 giugno scorso prevedeva 174 spot della durata di 30 secondi ciascuno per un costo complessivo di circa 3 miliardi e 750 milioni di lire. In sostanza, un minuto di televisione a pagamento finiva per avere un costo di lire 43.103.448. Proviamo ora a moltiplicare questo costo per il numero di minuti di cui i principali partiti politici hanno potuto disporre nelle trasmissioni (sia in quelle di rete sia in quelle di approfondimento legate ai TG) delle reti RAI, Mediaset e TMC nel periodo compreso tra il 14 maggio e il 12 giugno 1999, i trenta giorni della campagna elettorale vera e propria.
Tempo di presenza (Rai, Mediaset e TMC) dal 14 maggio al 12 giugno 1999 periodo della campagna elettorale
Partito | Tempo | In minuti | Valore dello spazio (in lire) |
DS | 8h 25' | 505 | 21.767.241.240 |
PPI | 2h 53' | 173 | 7.456.896.504 |
I DEMOCRATICI | 1h 9' | 69 | 2.974.137.912 |
VERDI | 1h 10' | 70 | 3.017.241.360 |
PRC | 1h 10' | 70 | 3.017.241.360 |
FORZA ITALIA | 3h 25' | 205 | 8.836.206.840 |
AN | 2h 43' | 163 | 7.025.862.024 |
LISTA BONINO | 11'47" | 12 | 517.241.376 |
Dati forniti dal Centro d'Ascolto dell'Informazione Radiotelevisiva |
Anche in questo caso ogni commento ci appare superfluo. Ci limitiamo ad osservare che, alla luce di questi dati, non è difficile comprendere perché alcuni partiti non si siano posti il problema di acquistare spot televisivi: molto semplicemente non ne avevano bisogno.