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Roma, 6 marzo 1999
Cara Emma, caro Marco,
il tentativo è stato fatto; ed è senza possibilità di contestazione pienamente riuscito. Per l'esattezza vi è riuscito perché siete voi, cari compagni del Comitato, che l'avete tentato. E riuscito: la linfa della storia radicale, del suo oltre mezzo secolo di vita, è tornata così dalle sue radici al sole della evidenza, rispondendo al vostro appello, al vostro lavoro, al vostro invito, per mille rivoli di coscienza, per confluire nella Assemblea dei Mille che sto seguendo da Radio Radicale.
Prendo così atto che avete deciso, per quanto sta in voi, al Comitato, di dare l'assalto al regime per batterlo e abbatterlo, immediatamente usando i nostri averi, tutti i nostri averi, per la crescita del nostro essere, della Rivoluzione liberale degli Stati Uniti d'Europa. Questo rischio di impresa, lo sapete, da tempo m'era parso necessario, urgente, prudente. E è ora assunto. Non posso, quindi, ovviamente, non condividerlo.
Le ragioni di opportunità , molto serie e attuali, per le quali non sono intervenuto e non interverrò all'assemblea, nella loro sostanza permangono; ma tornano a situarsi all'interno di una comune vicenda e di un comune tentativo.
Per questo vi comunico che sono eventualmente disponibile per un intervento, dopo la chiusura dei lavori, domani, lì all'Ergife, quale primo contributo al dopo-Assemblea della nostra area, alla realizzazione di quanto l'avrà attraversata e della lunga battaglia per la rivoluzione liberale, contro la controriforma fascista e antifascista, quelle dei fascismi e degli antifascismi reali.
E, intanto, un grande abbraccio a voi, ai compagni presenti, e a coloro che lo saranno, da oggi in poi, per convincere e vincere la secolare battaglia per la democrazia e per la libertĂ nel nostro tempo e nella nostra societĂ .
Marco
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