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Aborto/ Viale (Radicali): Sirchia, non fare come Ceausescu
Per prevenire gli aborti serve la contraccezione e non il ticket per gli aborti successivi, pagato con i 1000 € del secondo figlio.

Torino, 10 agosto 2004

Silvio Viale, il ginecologo radicale che sperimenterà in autunno, con i suoi colleghi del S. Anna di Torino, la RU486 e che nella primavera scorsa ha proposto di abolire la ricetta per la contraccezione di emergenza (la cosiddetta "pillola del giorno dopo", che è cosa ben diversa dalla RU486), prende atto con soddisfazione che il ministro Sirchia ha finalmente cominciato a leggere le proprie relazioni, in particolare quella che a settembre presenterà in parlamento (dati definitivi del 2002 e preliminari del 2003), anche se dimostra di non capirle e conferma di essere un ministro contro le donne.

"Avendo così scoperto che, nel 2003, le IVG tra le italiane sono scese sotto la simbolica quota di 100.000, ha spostato il tiro sulle straniere, non accorgendosi di fare un nuovo autogol. Infatti, se è vero che le donne straniere in generale fanno tanti figli, tanti aborti e usano poco i contraccettivi, esse riflettono la cultura riproduttiva del paese di origine. Così in testa alla classifica vi sono le donne rumene, che scontano tuttora le conseguenze di un ventennio di divieti di aborto e della contraccezione sotto il regime di Ceausescu. Sia in patria, che in Italia, il tasso di aborti delle donne rumene è nettamente in calo da quando l’aborto è diventato legale in Romania; il tasso di aborti delle donne rumene in Italia è comunque minore di quello della Romania. Lo stesso vale per tutte le immigrate dei paesi in cui l’aborto è vietato (quasi tutta l’Africa, quasi tutti i paesi islamici e quelli cattolici dell’Asia e dell’America Latina), il cui tasso di aborti in Italia è inferiore a quello del paese di origine. E così anche per le immigrate degli altri "ex Paesi dell’Est", il cui tasso di aborto è maggiore di quello delle italiane, ma inferiore a quello in patria di russe, polacche, ucraine e via dicendo. Persino le donne della comunità cinese fanno meno aborti in Italia delle loro coetanee in Cina.

Da medico, ma anche come ministro, Sirchia dovrebbe compiacersi di questo benefico effetto sulle comunità immigrate, analogo a quello indotto sulle donne italiane dalla legge sull’aborto e dall’affermazione di una certa cultura contraccettiva, nonostante lo scarso impegno di questo governo e di tutti i precedenti. Dovrebbe quindi prendere atto che le donne straniere fanno più aborti (tre volte le italiane), ma anche più figli (due volte le italiane). Ma soprattutto, con riferimento agli aborti delle italiane, dovrebbe riflettere sul fatto che il 56% delle donne che abortiscono ha uno o più figli (63% al sud), il 35% ha due o più figli (48% al sud) e il 10% tre o più figli (16% al sud). Se vuole prevenire gli aborti tra queste donne, piuttosto che cercare di convincere a non abortire (magari con la "mancia" di 1000 € di Maroni per il secondo figlio, che non ha sortito alcun effetto), dovrebbe promuovere la contraccezione efficace (profilattico, pillola, spirale, contraccezione di emergenza …). Sirchia sembra invece preferire la politica di Ceausescu, che costringe le donne all’aborto; in questi tre anni non ho ancora visto nessun provvedimento di Sirchia a favore della donna sui temi della pianificazione familiare e della gravidanza. Nulla in tema di contraccezione. Nulla in tema di miglioramento delle tecniche e delle modalità di aborto. Nulla in tema di analgesia per il parto e per la gravidanza, ferma al Decreto Bindi del 1998. Insomma, un ministro misogino, che con i 1000 € per il secondo figlio vuol far pagare il ticket degli aborti successivi."


NOTE


Tutta la documentazione relativa alla sperimentazione dell’aborto farmacologico all’Ospedale S. Anna di Torino può essere reperita cliccando sul link a destra in alto nella pagina.

Radicali Piemonte (RU486/Aborto farmacologico)


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