E’ il radicale Silvio Viale, il ginecologo torinese che ha promosso la sperimentazione della RU496, a insorgere in difesa dei medici obiettori, annunciando che, con altri ginecologi italiani, il 10-11 settembre sarĂ a Vienna al congresso della FIAPAC (la federazione internazionale degli operatrori dell’aborto e della contraccezione).
"Faccio aborti, ma non sono un assassino, come non lo sono gli operatori delle IVG o le donne che abortiscono. Se il ministro Sirchia pensa che l’aborto sia un omicidio, per coerenza, dovrebbe avere il coraggio di chiamare assassino me e gli altri operatori, assumendosi le responsabilitĂ legali e deontologiche. Io rispetto le opinioni di Sirchia, ma un ministro dovrebbe tutelare gli operatori del SSN, il cui compito non è quello di scoraggiare o favorire gli aborti, ma di garantire con professionalitĂ la decisione della donna in tutte le fasi, sia essa di conferma della decisione di abortire, o sia essa di ripensamento e di rinuncia all’IVG. E’ ora di smetterla con il linciaggio dei medici e del personale non obiettore, che con spirito volontario permette l’applicazione della 194, in un sistema sanitario che relega l’aborto e la contraccezione ai margini dell’attivitĂ e delle preoccupazioni sanitarie. Come ben sa il ministro, la 194, infatti, non prevede alcun meccanismo di garanzia nel caso tutti i medici facessero obiezione. Il ministro è, ovviamente, libero di pensarla come vuole, ma ha l’obbligo istituzionale e morale di tutelare la salute della donna ed il lavoro degli operatori, anche su scelte da lui non personalmente condivise."
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