Non c’e’ stata riparazione, nonostante il nostro sciopero della fame, e le successive promesse della rai.Informata solo una quota marginalissima di cittadini e di elettori.Intanto, prosegue senza eccezioni il comportamento violentemente ostracistico di Mediaset
Due settimane fa, nello spirito di dialogo che deve animare un’azione nonviolenta, sospendemmo il nostro sciopero della fame (in corso da 16 giorni) a seguito di un incontro con il Direttore Generale della Rai, Flavio Cattaneo.
E’ sempre bene ricordare che nulla chiedevamo per noi, per i radicali o per il Comitato referendario: rivendicavamo -semmai- l’esigenza di risarcire i cittadini, colpiti nel loro diritto ad essere correttamente e completamente informati.
Cattaneo sottolineò positivamente tre aspetti: per un verso, l’esigenza che vi fosse informazione sulla legge sulla fecondazione (e sulla relativa iniziativa referendaria) nei tg della Rai; per altro verso, che le trasmissioni radiofoniche e televisive aperte in estate dedicassero spazi informativi a questo tema; e, infine, che si organizzassero degli "speciali" su ciascuna delle reti televisive del servizio pubblico.
Ora, per ciò che riguarda i tg, va dato atto al Tg1 e al Tg2 (in misura minima, purtroppo, al Tg3) di avere garantito momenti di informazione, grazie alla sensibilitĂ civile e deontologica dei direttori Mimun e Mazza (ma, per la veritĂ , ciò accadeva, sul referendum, anche ad azione nonviolenta in corso, e cioè prima dell’incontro con il Direttore generale); quanto alle altre trasmissioni, si è realizzata solo una puntata di "Radio anch’io" con Emma Bonino; e quanto infine agli speciali, al di lĂ di uno "speciale Tg2" dedicato (con l’eccezione di alcuni minuti di intervista politica) al confronto tra scienziati, i due "speciali" con presenza politica in studio (per i radicali, c’era Marco Pannella) hanno avuto una collocazione in palinsesto (e, in uno dei due casi, perfino un ritardo nella messa in onda) tale da determinare un vero e proprio vuoto d’ascolto.
Ora, per limitarci a questi due ultimi speciali, come si può pensare di "risarcire" i cittadini se, su 40 milioni di aventi diritto alla firma referendaria, a mala pena è stato raggiunto dall’informazione (e quindi messo in condizione di decidere se firmare o no) un milione di loro?
Per queste ragioni, ci rivolgiamo al direttore Cattaneo, cui pure demmo atto di averci ricevuto, delle sue buone intenzioni, e anche della tempestivitĂ con cui furono decisi gli "speciali". Però, a questo punto, l’esito è chiaro: se non in quota assolutamente marginale, il ripristino del diritto dei cittadini al "conoscere per deliberare" non si è realizzato. Occorre non lasciar trascorrere altro tempo, altri giorni, senza che siano presi gli opportuni provvedimenti. Anche per evitare che un’azione nonviolenta sia seguìta da una nuova beffa ai diritti dei cittadini.
Segnaliamo infine (e sarĂ anche questo motivo di azione politica determinata, a partire dalla denuncia contro Canale 5, Italia 1 e Rete 4 che abbiamo depositato ieri) che prosegue senza eccezioni, senza contraddizioni, il comportamento violentemente ostracistico di Mediaset. E -ancora una volta- ricordiamo che, pur non essendo servizio pubblico, le tre reti di cui Silvio Berlusconi è proprietario sono assolutamente soggette agli obblighi di "correttezza e completezza dell’informazione". Ciascuno ne tragga le dovute conseguenze.