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Referendum. Radicali nelle carceri romane
D'Elia, Bernardini e Capezzone a Rebibbia e Regina Coeli

Roma, 14 agosto 2004

Dopo aver presentato nella giornata di oggi il dossier, curato da Maurizio Turco, sulla situzione carceraria a un anno dall'indultino, domani, sabato 14 agosto, i radicali torneranno nelle carceri romane per avviare la raccolta delle firme sul referendum per abolire la legge sulla fecondazione assistita.

Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino, sarĂ  nel carcere di Rebibbia, mentre Daniele Capezzone e Rita Bernardini, segretario e tesoriera di Radicali italiani, si recheranno a Regina Coeli.

Da sempre, i detenuti italiani sono disposti a sostenere e aiutare le campagne di raccolta firme, e -negli ultimi anni, a partire dal Satyagraha di Marco Pannella per la legalitĂ  costituzionale su Consulta e plenum della Camera- sono anche stati copromotori di lunghe ed articolate azioni nonviolente.

Non ultima, quella (con i 53 giorni di sciopero della fame di D'Elia, Bernardini e Capezzone) che aiutò il Parlamento a prendere una decisione sulla questione dell'indultino. Doveva e poteva esser l'occasione per usare un "alleggerimento" della pressione carceraria e incardinare riforme strutturali: il che non è avvenuto, riprecipitando le carceri italiane nella situazione infernale di partenza.

E a questa comunità di detenuti che -nonostante l'illegalità della situzione in cui sono costretti a scontare la propria pena- hanno il senso della legalità e della civilità democratica (così come di direttori e agenti di custodia che esercitano con grande cura la propria responsabilità) cercheremo di offrire, nelle prossime settimane, molte altre occasioni di firmare i referendum, al di là di queste prime visite nei penitenziari romani.

Incontro con la stampa alle 12 all'ingresso di Regina Coeli



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