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Carceri: suicidi “estivi” 20 volte superiori a quelli che avvengono fuori

Roma, 13 agosto 2004

• Dichiarazioni di Bernardini e D’Elia

"E’ come se nel mese di luglio in Italia si fossero suicidate 6.172 persone" . I sette suicidi di luglio nelle carceri italiane corrispondono ad un dato 20 volte superiore a quello relativo ai suicidi dell’intera popolazione italiana maggiorenne.

Questo è lo scandalo delle cifre che vengono diffuse mensilmente dalla rivista Ristretti Orizzonti e che sono state rilanciate stamattina dalla tesoriera di Radicali Italiani, Rita Bernardini, nel corso della conferenza stampa radicale sullo stato delle carceri italiane.

Una vera e propria impennata estiva che avrebbe dovuto allarmare e occupare i responsabili istituzionali della giustizia, visto che anche nel mese di giugno i suicidi in carcere erano stati ben 9.

Ma al di là delle cifre, ciò che commuove sono le storie di coloro che hanno deciso di togliersi la vita.

Il marocchino Salah Talbouz di 28 anni si impicca in primo di luglio nel carcere di Ivrea, dopo poche settimane di detenzione. Le sue ultime volontà, scritte in un biglietto, dispongono solo che non sia avvisata la famiglia. Nicolae Doru si impicca alle sbarre della finestra della cella del carcere di Frosinone facendo un cappio con i lacci delle scarpe; Nicolae, trentasettenne rumeno, era in carcere da 45 giorni per non aver rispettato il decreto di espulsione dall’Italia.

L’11 luglio, nel Carcere di Padova si uccide infilando la testa in un sacchetto di plastica riempito di gas, Anacleto Locane, 35 anni, di origini pugliesi che stava scontando le ultime settimane di pena per una serie di truffe. Il 21 luglio scorso, un detenuto brindisino, di 25 anni, in galera dal dicembre 2003 per rapina, si impicca con un lenzuolo nella sua cella del carcere di Lecce.

A Busto Arsizio, un detenuto dominicano di 34 anni, implicato in un traffico di droga, si impicca dopo soli 4 giorni di galera.

C’è anche chi non è stato condannato e in carcere non ci ha messo neanche piede, come Vincenzo Milano di 30 anni che muore nell’ospedale di Barletta dove era stato trasportato d’urgenza per le gravissime ferite riportate durante la cattura effettuata dai vigili a seguito di uno scippo. "Una pena di morte sommaria ed extra-giudiziaria", afferma Sergio D’Elia segretario di Nessuno Tocchi Caino. "In Italia la giustizia dello Stato non funziona o arriva dopo anni, mentre quella "fai-da-te" funziona benissimo e viene esercitata in modo spietato, con esecuzione immediata".



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