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Clonazione terapeutica. Cappato: Confindustria rivendichi la coincidenza tra l’interesse delle imprese e quello dei cittadini

Roma, 14 agosto 2004

• Dichiarazione di Marco Cappato, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni

"I detrattori dell’autorizzazione britannica alla clonazione terapeutica, per meglio giustificare la propria disponibilitĂ  a rischiare di ritardare di decenni la cura di milioni di persone condannandole anche alla morte, accusano ricercatori ed imprenditori impegnati nel settore di farlo in nome di sporchi profitti e loschi interessi. E’ la posizione che unisce Sirchia, Buttiglione e Ratzinger.

Che il denaro possa essere per costoro "sterco del demonio" è davvero difficile pensarlo: l’otto per mille alla Chiesa cattolica, attribuito con un sistema di ripartizione ingannevole ai danni del contribuente, è solo la punta di un iceberg di profitti immensi regalati al parastato clericale in ogni forma, in particolare nel settore della sanitĂ , della ricerca e dell’istruzione.

Gli imprenditori italiani devono, insieme alla classe politica, decidere se sottostare o meno a questi nuovi anatemi. Da molti anni ormai è accettato – quantomeno a parole - da quasi ogni parte dello spettro politico italiano il fatto che l’imprenditore svolga una funzione che, opportunamente regolata, coincide con l’interesse pubblico, e che il profitto è un elemento irrinunciabile di tale dinamica. Di fronte agli attacchi "anti-profitti" e "anti-interessi" da parte dei profittatori clericali, è necessario ed urgente che Confindustria e i singoli imprenditori scendano finalmente in campo.

Confindustria, e in particolare le imprese del settore biomedico, dovrebbero rivendicare apertamente la coincidenza tra i loro interessi economici e gli interessi dei cittadini alla salute e alla vita, e sostenere concretamente la campagna referendaria per l’abolizione della nuova legge in materia di fecondazione assistita.

Le regole che servono, infatti, sono quelle in grado di garantire che i benefici della ricerca biomedica non escludano categorie sociali svantaggiate ed emarginate, ad esempio garantendo che il materiale biologico delle cellule staminali – embrionali e non – sia prodotto e messo a disposizione senza discriminazioni su base etnica, anche attraverso l’intervento pubblico.

Le leggi proibizioniste e da Stato etico - come la legge 40 che proibisce ogni ricerca sulle cellule staminali embrionali - sono invece proprie quelle che portano alla ricerca clandestina e ingovernabile, a una medicina di classe e di "razza".



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