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Aborto – Viale: proposta Gentile illegale
Indecente la soddisfazione per il sondaggio di Donna Moderna. Il ticket c’era prima del 1978

Torino, 17 agosto 2004

• Dichiarazione di Silvio Viale

Silvio Viale, il ginecologo radicale (Presidente dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta), che si occuperà della sperimentazione della RU486 al S.Anna di Torino, interviene per stigmatizzare la cocciuta faciloneria con la quale il senatore Antonio Gentile continua a difendere la propria proposta ferragostana:

"Mi sorprende scoprire che il senatore Antonio Gentile non abbia ancora capito che la sua proposta è, prima di tutto, illegale perché va contro il principio di segretezza e di anonimato della 194. Pensa forse di creare un registro nazionale delle donne che hanno abortito? Circa 5 milioni? Consultabile online da qualche migliaio di operatori? Devo confessare, che non mi dispiace l’idea che, come per il divorzio, si possa sapere chi ha abortito, nonostante la dichiarata pubblica fede politica "cattolica", ma tutto ciò spingerebbe le donne, e i loro uomini, ad abortire clandestinamente, o all’estero, per evitare l’iscrizione nel registro. Sappia il senatore "Agosto" Gentile, che altrimenti non sarebbe possibile sapere chi ha precedentemente abortito, senza una spontanea confessione. Gli aborti, a differenza di quanto egli possa credere, non lasciano alcuna "tacca" sull’utero delle donne.

Del resto la sua proposta non è nuova. Le donne italiane hanno pagato il ticket fino al 1978, anzi pagavano tutto di tasca loro. E’ curioso poi che il senatore Gentile, non più giovanissimo, scopra gli aborti quando sono scesi sotto i 100.000, mentre se ne fregava quando erano 250.000: una riduzione del 60%!!

Il senatore Gentile non deve strumentalizzare il sondaggio di Donna Moderna. Se davvero vuole aprire un dibattito sul ticket, che esiste in quasi tutti i paesi europei, sappia che io non sono contrario, purché sia una scelta sanitaria finalizzata ad applicare la 194 e non un tentativo velleitario e ipocrita di fare qualche piccolo sgambetto, per farsi bello di fronte a qualche elettore.

In fondo in questo paese le donne pagano per portare avanti la gravidanza, per fare le tre ecografie previste dal protocollo ministeriale e anche per partorire. Non ci sarebbe quindi alcuno scandalo, se si dovesse pagare un ticket di 100.000 per abortire. Già è così tra parcelle e ticket per gli esami. Magari servirebbe a migliorare il servizio, a permettere l’aggiornamento, che da 25 anni e negato, e anche ad aumentare la consapevolezza. Il vero scandalo, invece, è che, alla faccia degli sproloqui sulla famiglia, il ticket lo si paghi sulla gravidanza. Ma di questo il senatore Gentile continua a fregarsene."



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