Non era scontato, anche vista la presenza del "Convitato di Pietra", rappresentato da una Curia locale e regionale, che ha eletto Latronico come bersaglio privilegiato di una offensiva antireferendaria e anti-radicale, metodica e feroce nei contenuti. Messe, processioni, minacce di scomuniche pubbliche o pronunciate in camera caritatis, da settimane piovono sulla testa di ciascuno dei cittadini di un piccolo centro di 5000 anime. Eppure oltre il 23 per cento degli aventi diritto, in pochi giorni ha deciso di rifirmare il referendum; lo ha fatto in piazza e nei porta-a-porta organizzati in compagnia di una pattuglia di Assessori e Consiglieri comunali, che rompendo gli indugi ha sottoscritto un documento pubblico tirato e distribuito in centinaia di copie. Un grazie in particolare va all’amico e compagno Giuseppe Conte, un ex comunista da tempo in rotta con un partito che a livello di vertici sembra essere più preoccupato di non dispiacere alla Curia, che impegnato a sostenere quesiti referendari unici o parziali. Dovrebbero davvero riflettere i compagni su quanto sono lontani dai loro elettori e simpatizzanti, dovrebbero riflettere sul fatto che il manipolo radicale, con il sostegno e la partecipazione, ad oggi, di una cinquantina di amministratori locali, tra cui una decina di sindaci, si accinge per la seconda volta a raggiungere l’obiettivo minimo, raggiunto di già a fine giugno.

Con certezza nella serata raggiungeremo e supereremo le 4000 sottoscrizioni in calce al quesito totalmente abrogativo. Intanto attendiamo fiduciosi che PRC, IDV e SDI ci dicano, a 35 giorni da una partecipata conferenza stampa, tenutasi in piazza M. Pagano, ricca di dichiarazioni d’intenti e d’impegni, quante firme hanno raccolto. Attendiamo…il 30 settembre è dietro l’angolo.