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Acerra: sì al termovalorizzatore, no ai blocchi stradali

Latronico, 30 agosto 2004

• Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, segretario Radicali Lucani

Se fossi un cittadino di Acerra, e cioè di una terra che muore di immondizia smaltita in discariche abusive, dove la camorra sembra avere il monopolio dello smaltimento di rifiuti altamente nocivi in terreni che magari diventano pascolo di bufale e pecore, rifletterei con attenzione sui contenuti e le ragioni della lotta anti-termovalorizzatore. La possibilità di utilizzare termovalorizzatori quale alternativa alle esauste discariche, va tenuta in seria considerazione, anzi, per dirla tutta, io sono assolutamente favorevole: lo sono stato a suo tempo per quanto riguarda la Fenice di Melfi (rischiando il linciaggio in un dibattito tra i candidati alla presidenza della Regione Basilicata) e lo sono a maggiore ragione oggi per quanto riguarda l’impianto acerrano. E’ davvero singolare che in una terra che muore di discariche abusive si inneschi una rivolta con relativo ed immancabile blocco stradale per dire no ad una soluzione in grado di far fronte ad una ormai cronica emergenza rifiuti, che investe la Campania mettendo a serio rischio la salute di centinaia di migliaia di persone. Vorrei davvero capire dove e come dovremmo smaltire e stoccare l’enorme quantità di monnezza che quotidianamente produciamo, se tutti sono sempre pronti a dire no al termovalorizzatore, no alla discarica, no no no…

In questo nostro sud, che certo non ha brillato e non brilla in materia di riciclaggio dei rifiuti e che è letteralmente invaso da discariche abusive di varia natura, c’è chi ha avuto il coraggio di decidere di fare una scelta di fronte all’assenza di scelte e decisioni responsabili che da anni caratterizzano il pianeta monnezza; questo qualcuno, a mio avviso, merita sostegno e rispetto.

A rischio di sembrare impopolare voglio ancora una volta riaffermare che la soluzione al problema monnezza viaggia sul doppio binario dei termovalorizzatori e dell’urgente incremento della quantità di rifiuti da riciclare: questa è l’unica strada percorribile se non vogliamo morire davvero sotto un mare di monnezza magari gestita dalla camorra SPA, con l’involontaria complicità dei soliti noti pronti solo ad assecondare la piazza e a cavalcare la tigre della rivolta popolare.



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