Droga, oratori ed eutanasia: tre argomenti diversi, tre prese di posizione di Gianfranco Fini convergenti nel ripercorrere la linea almirantiana di ossequio al fondamentalismo cattolico, e soprattutto nel sostanziarla in benefici per il parastato clericale. Oltre al finanziamento agli oratori – palese distrazione di fondi indirettamente utilizzati per organizzare il culto della Chiesa cattolica – si aggiungeranno nuovi fondi per le comunità di recupero dei tossicodipendenti, che accresceranno ulteriormente il giro d’affari destinato a riparare – a volte con grande professionalità e dedizione, a volte con pratiche dubbie e prive di scrupoli – i danni del proibizionismo.

Mentre si annuncia (per l’ennesima volta) l’avvio dell’iter parlamentare della nuova legge sulle droghe, è necessario e urgente che, oltre ai radicali, si mobiliti anche quel fronte "antiproibizionista" che a parole gode di parecchi sostenitori, in particolare da parte di una sinistra che nei fatti è pienamente corresponsabile delle attuali politiche repressive. Se qualcuno, da destra come da sinistra, vuole impedire che si cancellino gli aspetti positivi di riforma ottenuti con il referendum del ’93, ebbene questo è il momento di unire le forze per bloccare in Parlamento la controriforma Fini e inserire elementi di ragionevolezza nella legislazione attuale. In caso contrario, si prepara uno scenario simile a quello della legge contro la fecondazione assistita e la ricerca scientifica, rendendo necessario organizzare nel Paese l’opposizione liberale e referendaria.