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Bonino: chiudere le porte all’ingresso della Turchia nell’Ue avrebbe effetti deleteri, anche per l’Europa

Bruxelles, 6 settembre 2004

In vista del parere della Commissione Europea in ottobre e poi della decisione del Consiglio Europeo, prevista per dicembre, in merito all’apertura dei negoziati d’adesione della Turchia all’UE, un gruppo di personalità europee impegnate e attente al processo d’integrazione e, in particolare, alla questione dell’ingresso della Turchia, ha costituito nel marzo scorso una Commissione Indipendente con lo scopo di valutare le sfide e le opportunità della possibile adesione e di favorire il dibattito, in corso non solo a livello istituzionale. Fanno parte della Commissione, oltre all’ex Presidente finlandese Martii Ahtisaari, e Albert Rohan, ex Segretario Generale degli Affari Esteri austriaco, rispettivamente presidente e rapporteur della Commissione Indipendente, Emma Bonino, Bronislaw Geremek, Michel Rocard, Marcelino Oreja Aguirre, Anthony Giddens, Hans van den Broek e Kurt Biedenkopf.
Il programma di lavoro della Commissione si è chiuso con l’elaborazione di un rapporto che sarà presentato in tutte le capitali europee a partire da Bruxelles, oggi, presso l’European Policy Center.

Dichiarazione di Emma Bonino: "E’ indubbio che l’adesione della Turchia porrebbe sia l’Unione Europea che la Turchia stessa di fronte a sfide di notevole entità legate a diversi fattori, ma credo anche che chiudere le porte al suo ingresso avrebbe effetti deleteri perché costringerebbe 80 milioni di musulmani a rivolgere lo sguardo dall’altra parte, con conseguenti problemi legati alla sicurezza anche europea, e manderebbe a casa l’attuale classe politica che ha puntato sull’Europa e sulla secolarità dello Stato invece che sull’Islam politico. E’ quindi fondamentale incoraggiare la continuazione del processo riformatore in atto in Turchia, mantenendo con forza lo slancio del cammino verso l’adesione. Mi auguro che l’Europa non voglia perdere l’occasione di allargare l’orizzonte della democrazia e dello Stato di diritto al cuore della regione eurasiatica e di assumere così un ruolo più efficace e incisivo anche rispetto il Medio Oriente."



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