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Referendum. Pannella e la fassineide: le scelte ambigue e ondivaghe del segretario DS
D’Alema vuole elezioni anticipate per far saltare i referendum. E Fassino solo l’altro ieri - pressato - ha detto qualche parola, ma ha subito aggiunto che sarebbe meglio una nuova legge. Ma che razza di partito sono?

E’ una linea di soffocamento, di annientamento.

Ora, quindi, raccogliamo le firme insieme ai Ds, ma la strategia è opposta. La Chiesa, dopo avere “usato” e “spremuto” la Casa delle libertà, si prepara a usare i Ds.

Roma, 6 settembre 2004

Nel corso della consueta conversazione settimanale con il Direttore di Radio Radicale Massimo Bordin, Marco Pannella ha affermato tra l’altro:

Assistiamo -in modo più raccolto nel tempo e forse ancor più duro di allora- alla ripetizione di quel che accadde negli anni ’70 prima del divorzio.

D’Alema dice: andiamo ad elezioni anticipate. Il buon D’Alema si candida dunque ad essere il conservatore di una delle abitudini più sconce, quella di sciogliere le legislature per far saltare i referendum. E tante volte il Pci ha preferito perdere le elezioni piuttosto che vincere i referendum.

Tra l’altro, anche dopo l’approvazione della legge infame sulla fecondazione, da sinistra non è venuto un solo girotondo, una sola manifestazione, un solo comizio.

Proprio come adesso sulla Cecenia: insieme ad Adriano Sofri, avevamo chiesto mesi fa una "manifestazione enorme". La fanno adesso, domani, a babbo morto. Io non ci vado.

Ma, ancora sul referendum. Fassino, solo ieri sera, ha detto - pressato - qualche parola sui referendum, anche se ha subito aggiunto che sarebbe meglio fare una nuova legge. Ma che razza di partito sono? E i Bassolino, i Presidenti di regione, o gli intellettuali che fanno? In altri contesti, i Tg3 nazionale e regionali darebbero ogni giorno le loro adesioni, e l’indomani si avrebbero milioni di firme. Neppure i 150 parlamentari Ds che si sono schierati per il referendum sono mai stati intervistati: è una linea di soffocamento, di annientamento.

Ora - quindi - raccogliamo le firme insieme ai Ds, ma la strategia è opposta. La Chiesa, dopo avere "usato" e "spremuto" la Casa delle libertà, si prepara a usare i Ds.

***

Quella che segue è poi una "fassineide", un elenco di alcuni comportamenti ambigui e ondivaghi del leader Ds. Ecco alcuni degli episodi citati da Pannella.

a. 3 dicembre 2003 - fasi finali della discussione parlamentare della legge – Fassino risponde su L’Unità ad una lettera aperta di Rita Bernardini e Marco Cappato

"…la nostra azione parlamentare di opposizione alla proposta di legge sulla procreazione assistita è stata convinta e decisa, ma non per questo meno aperta al confronto, meno disponibile alla ricerca di una sintesi costruttiva tra diverse visioni e diverse proposte".

"…Dopo decenni di contrapposizione tra guelfi e ghibellini, sui temi etici che riguardano la vita e la morte, la famiglia e la sessualità, da tempo la sinistra democratica e riformista ritiene giunto il momento di superare contrapposizioni frontali, ricercando soluzioni largamente condivise, perché rispettose del pluralismo etico che contraddistingue positivamente la società italiana…".

"…A distanza di un anno e mezzo dal voto della Camera, la "blindatura" politica dell’attuale testo si è rivelata una pessima scelta ai fini della tempestività della legiferazione: un accordo ragionevole e mediato sulla correzione del testo avrebbe fatto risparmiare molto tempo e ancora oggi potrebbe portare ad una rapida terza lettura da parte della Camera.

Noi abbiamo sempre riconosciuto la necessità e l'urgenza di una legislazione in campo bioetica. (…) La vita umana è questione troppo delicata e importante, perché la politica possa disinteressarsene, delegandola in toto alla sola relazione tra scienza e mercato".

"In noi non c'è alcuna visione laicista; la nostra laicità è rispettosa del pluralismo etico che in una materia così delicata deve essere riconosciuto"

b. Intervista di Piero Fassino a "Il Riformista" (3 luglio 2004)

"Ci sono due referendum in campo, uno abrogativo totale, che ci priverebbe di una qualsivoglia normativa, e un altro, proposto da scienziati e rappresentanti del mondo della medicina, che interviene in modo mirato sugli articoli più deleteri della leggi. Quest'ultimo mi sembra più proficuo e più capace di raccogliere consenso ampio nella società. Se ce lo chiedessero non avremmo problemi a dare una mano nella raccolta delle firme".

Per la cronaca, allora (in attesa che venisse proposto un ulteriore quesito parziale), era in corso la raccolta di firme sul referendum di abrogazione totale, mentre i radicali avevano già depositato in Cassazione, sottoposto a partiti associazioni ed esponenti politici altri tre quesiti di "abrogazione parziale". Quanto agli "scienziati e rappresentanti del mondo della medicina", si tratta dei militanti radicali Emilio Colombo e Federico Fischer, estensori dei quesiti mirati…

E gli stessi concetti, con le stesse parole, erano stati espressi dal segretario dei Ds qualche sera prima, ospite su La 7 della trasmissione "Otto e mezzo", a cura di Giuliano Ferrara e Barbara Palombelli.

c. L’Espresso (pezzo pubblicato a pagina 46 nel numero del 12 agosto, tuttora non smentito)

"Si sono parlati in gran segreto prima delle vacanze. Da un lato, Piero Fassino. Dall’altro, il vescovo Giuseppe Betori, un umbro affilato e prudente come il segretario Ds, segretario della Conferenza episcopale italiana, numero due del cardinale Camillo Ruini. Oggetto della conversazione, la raccolta di firme per abrogare la legge sulla fecondazione assistita. I vescovi sono allarmati: temono uno scontro modello divorzio e aborto degli anni Settanta-Ottanta, con una sconfitta del fronte cattolico. Vogliono capire fino a che punto i Ds si impegneranno in questi referendum: senza il loro apporto difficilmente si raggiungeranno le firme necessarie. Solo la Cei ha individuato nella Quercia il punto debole dello schieramento referendario e non da tregua. Alterna bastone (editoriale di "Avvenire" del 15 luglio: "E’ dei Ds la responsabilità della spallata che si sta tentando") e carota.

Ma anche Fassino è preoccupato: non può ignorare la spinta della base che firma i cinque referendum, ma vuole evitare rotture con la gerarchia ecclesiastica, in vista delle regionali del 2005.

Così, mentre i Ds di tutta Italia preparano i banchetti e la responsabile donne Barbara Pollastrini entra nel comitato promotore, Fassino rassicura i vescovi e promette che la mobilitazione del partito sarà contenuta".

d. Telese. Festa dell’Udeur. Stralci tratti dall’intervento di Piero Fassino (1° settembre 2004), e unanimemente riportati in questi termini dalle maggiori agenzie di stampa

"Se si fa una buona legge, perché questa è una brutta legge, non c'è bisogno

del referendum. (…) In Parlamento sono state respinte tutte le nostre proposte

per migliorarla perciò se non si riesce a fare in altro modo c'è il referendum. (…) Per cambiare la legge c'è tempo. L'iniziativa referendaria non ha mai inibito la

possibilità di fare una legge buona".

***

L’INTERA TRASMISSIONE SARA’ NELLE PROSSIME ORE DISPONIBILE IN AUDIOVIDEO SUL SITO WWW.RADIORADICALE.IT



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