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Pannella: nuove forme di dialogo, tutti convocati o "quasi"
Il "quasi" radicale ne dà atto al Presidente del Consiglio e al leader della Casa delle Libertà.

8 settembre 2004

Siamo abituati da decenni ad una "unità nazionale", che si rivela puntualmente essere momento di unità di sistema e regime partitocratrici.

L’espressione equivale al "tutti i partiti…" abituale per editorialisti, commentatori, interpreti della politica ufficiale italiana. Da tempo, abbiamo con pazienza sottolineato che sarebbe più corretto parlare di "quasi tutti i partiti", dove i radicali - dal 1955 -, ad eccezione di brevissime parentesi, rappresentano il "quasi" e le ammucchiate storiche di regime il "tutti".

Inutilmente il "quasi" ha ricevuto in occasioni istituzionali sostegni inimmaginabili per qualsiasi altra forza: maggioranze referendarie frequenti dai tre quarti ai quattro quinti degli elettori italiani, con il 25-15% riservato al "tutti".

Oggi il Presidente Silvio Berlusconi ha lodevolmente invitato a Palazzo quello che i suoi portavoce hanno definito "tutte le opposizioni". Se ci si riferisce al fatto che, malgrado trentennali fatiche per superare tale infausta realtà, il movimento radicale non costituisce né la componente maggioritaria né quella di opposizione di regime, cioè al fatto che siamo molto spesso anche opposizione alle opposizioni ufficiali, nulla quaestio.

Se si ritiene, al contrario, che siamo di già integrati alla maggioranza della CDL o alla "opposizione" guidata (?) da Romano Prodi o dall’inciucismo di Massimo D’Alema e compagni, anche qui, nessuna obiezione. Ma al Capo del Governo vorremmo far presente che nel Parlamento europeo pur sempre siamo presenti in quota italiana e che, se non ad altri soggetti politici dell’area, al Partito Radicale Transnazionale sono iscritti in piena libertà e responsabilità molti parlamentari sia della maggioranza governativa che dell’opposizione. Non foss’altro che per questo, avremmo gradito un qualche invito, soprattutto trattandosi dei problemi che avrebbero dovuto essere quelli di un "Iraq libero" e sono invece tragici eventi determinati almeno in parte dalla scandalosa e persistente ignoranza del contributo radicale da parte di Governo ed opposizione, anche in questo uniti.



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