Roma, 8 settembre 2004
• Dichiarazione di Marco Cappato, giŕ deputato europeo della Lista Bonino, Consigliere generale del Partito Radicale Transnazionale e membro di Direzione di Radicali Italiani
E’ stata resa nota dalle agenzie di ieri sera la richiesta da parte di Emergency di "ripristino della legalitĂ internazionale" in Iraq, in riferimento al rapimento delle due ragazze italiane.
Mentre si rispolvera la funesta formula d’altri tempi dell’unitĂ nazionale", ci pare necessario, da radicali, sottolineare come esistano valutazioni alle quali non solo non ci si deve unire, ma che vanno combattute e battute.
Mentre la comunitĂ internazionale, l’Unione europea e le stesse Nazioni Unite stanno cercando – pur così faticosamente e tardivamente – di svolgere un ruolo che non sia di semplici spettatori del tentativo di affermare la democrazia in Iraq, l’organizzazione di Gino Strada predica, nell’insistere sul ritiro delle truppe, la necessitĂ di tornare ("semplicemente", si dice nel comunicato) alla "legalitĂ internazionale".
Apprendiamo così che per Emergency la "legalitĂ internazionale" non ha nulla a che vedere nemmeno con le scelte dell’ONU e il percorso individuato per arrivare alla libertĂ degli iracheni di scegliere i propri governanti. A meno di chiamare in causa altre forme di "legalitĂ internazionale" delle quali ignoriamo l’esistenza, dobbiamo concludere che per l’organizzazione di Gino Strada la "legalitĂ " da "ripristinare" non possa che essere la legalitĂ di Saddam Hussein e del regime baathista, dei massacri contro i Curdi e degli stermini degli oppositori politici. Davvero un bel contributo all’unitĂ nazionale.